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Il Blog di Marco Dal Prà

Non solo impianti elettrici


Gli ultimi articoli di m_dalpra

pubblicato 2 anni fa, 327 visualizzazioni

Prosegue la disamina delle reti elettriche di distribuzione in Bassa Tensione, in particolare nelle aree urbane, per cercare o quantomeno ipotizzare i possibili margini che ci consentano una adozione di massa di utilizzatori rilevanti (auto elettriche, pompe di calore, piastre ad induzione, ecc), senza intervenire sugli elementi strutturali delle reti stesse. Mi perdonino i lettori se non siamo arrivati ancora alla fine (pensavo di cavarmela con un articolo, invece sono già al terzo), ma l'argomento si è dimostrato più ostico del previsto e vorrei evitare articoli troppo lunghi, anche perché così ho il tempo per recuperare qualche altra informazione.

Il miglior sistema per affrontare il problema, sarebbe quello di analizzare gli standard per la costruzione delle reti BT dei vari distributori ma, ammesso che questi documenti fossero disponibili, dato che si tratta di un centinaio di aziende, la mole di lavoro esula dallo scopo dei presenti articoli. Abbiamo comunque visto come molti dati possono essere tratti o dedotti da una importante Tesi di Laurea tenuta nel dall'ing. Gianluca Pavoni nel Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria dell’Energia Elettrica. La tesi contiene:

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pubblicato 2 anni fa, 314 visualizzazioni

Prosegue con questo artcolo la mia disamina sulle reti elettriche di distribuzione in Bassa Tensione alla ricerca di quali potrebbero essere i margini a disposizione per un aumento generalizzato dei consumi e/o delle potenze impegnate nelle zone residenziali. Ricordo infatti che in Italia la situazione delle reti di distribuzione di Bassa Tensione è molto diversa da quasi tutti gli altri altri paesi europei, dove il contatore più piccolo è quello da 6kW, mentre in Italia è quello da 1,5 kW, quindi è logico pensare che anche le reti siano dimensionate per un minore impegno di potenza. Con questo secondo articolo cercherò di andare ancora più nel dettaglio, perchè le line di Bassa Tensione, vedono la contemporanea presenza molti tipi di utenze, oltre a quelle residenziali, cosa che riduce ulteriormente i fattori di utilizzazione e di contemporaneità. Lo scopo di questo lavoro è di verificare se ci sono margini per aggiungere ulteriori carichi quali ad esempio pompe di calore, ricarica auto elettriche, piastre ad induzione, ecc..., senza che siano necessari interventi di potenziamento delle stesse linee bt.

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pubblicato 2 anni fa, 886 visualizzazioni

Avete mai pensato cosa succederebbe se tutte le famiglie italiane accendessero tutti gli elettrodomestici contemporaneamente? Cercare una risposta a questa domanda può essere un esercizio anche divertente, ma è interessante affrontare questo tema perché è strettamente collegato con la ricarica su larga scala dei veicoli elettrici, di cui ho parlato su alcuni precedenti articoli. Utilizziamo quindi questa domanda per cercare di determinare quale sia la percentuale di utilizzazione della propria fornitura elettrica da parte degli utenti di bassa tensione, perché il numero risultante può essere utile per capire quali sono i margini per future adozioni di nuove tecnologie come ad esempio la ricarica delle auto elettriche.

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pubblicato 2 anni fa, 729 visualizzazioni

A seguito delle osservazioni di molti lettori sull'articolo "Quante auto elettriche può caricare la rete nazionale?", che avevo pubblicato nei giorni scorsi, ho deciso di scrivere questo secondo articolo per chiarire alcuni aspetti che non avevo approfondito o alcuni "numeri" che avevo utilizzato senza darne motivazione. Torniamo quindi alle domande della volta scorsa: Cosa succede se "troppe" macchine si allacciano alla rete per ricaricarsi? Le nostre infrastrutture sono dimensionate per sopportare una simile "rivoluzione"? Vediamo assieme quali sono i punti critici e gli elementi da tenere in considerazione.

Nel precedente articolo ho fatto alcuni semplici calcoli sulla base delle curve di carico della rete elettrica nazionale, trovando che la potenza di generazione che abbiamo a disposizione oggi, potrebbe tranquillamente caricare più di 2,5 Milioni di autovetture elettriche (BEV) che siano in carica lenta durante la notte. Questo quantitativo di auto "full electric" richiederà comunque non meno di 5 anni per essere immesso sul mercato, periodo che potrebbe permettere azioni di potenziamento della rete elettrica o l'attuazione dei protocolli di comunicazione tra rete elettrica e stazioni di ricarica. L'articolo precedente lo potete trovare a questo Link Quante auto elettriche può caricare la rete nazionale?

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pubblicato 2 anni fa, 768 visualizzazioni

Questo breve articolo vuole porre alcune riflessioni sulla compatibilità tra la rete elettrica nazionale e la ricarica contemporanea di numerosi veicoli elettrici. Quanti ne possiamo caricare? E soprattutto, quanti ne possiamo caricare durante le ore notturne? Vediamo qualche dato e cerchiamo di trarne qualche conclusione.

Prima di iniziare mi sembra indispensabile fare una precisazione: lo scrivente non possiede un'auto elettrica né si occupa di auto elettriche; questo articolo è solamente un esercizio di natura tecnica sull'impatto che potrebbe avere sulla rete elettrica nazionale un utilizzo su larga scala di veicoli a batteria (BEV o Ibridi). Non farò inoltre considerazioni di tipo ambientale o di tipo economico, nè disquisizioni per sostenere una tecnologia a dispetto di altre. Infine, ho cercato di tenermi a debita distanza dalle ipotesi "giornalistiche" palesemente irrealizzabili, come quelle che prevedono la sostituzione istantanea o in tempi brevissimi di tutto il parco circolante di automobili con veicoli BEV. Le trasformazioni sociali e tecnologiche richiedono sempre decenni per essere portate avanti, con percorsi popolati di ulteriori cambiamenti e miglioramenti tecnologici, quindi cerchiamo di rimanere... con i piedi per terra.

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pubblicato 2 anni fa, 370 visualizzazioni

Cos'è una macchina? Le macchine generalmente sono dispositivi che convertono l'energia da una forma ad un'altra. Di questi dispositivi ce ne sono di tantissimi tipi. Vediamone alcune, dalle più piccole come le lampadine domestiche, alle più grandi come le centrali termoelettriche, evidenziandone soprattutto il rendimento (che separa la teoria dalla realtà, la Scienza dalla Tecnica). Si accettano volentieri integrazioni, proposte di miglioramento e correzioni.

Nota: Su motori elettrici, dinamo e alternatori ci sarebbe un ragionamento lungo da fare, anche alla luce delle normative sull'efficienza energetica. Quindi inserisco dati di massima.

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pubblicato 2 anni fa, 2.669 visualizzazioni

Oggi vorrei proporre un articolo misto tra la riflessione e la provocazione, con il quale provo ad immaginare la realizzazione di un l'impianto elettrico di casa in corrente continua anziché in corrente alternata. L'elettronica sta subentrando in quasi tutti gli utilizzatori domestici (e industriali) ma per funzionare necessita della corrente continua, anche sulle potenze importanti. Analizziamo quindi la situazione e cerchiamo di individuare vantaggi e svantaggi di un impianto di distribuzione in corrente continua.

Premetto subito che parleremo di ambiente domestico. Nel mondo industriale ci sono situazioni molto diversificate che richiedono soluzioni su misura, quindi non utili per fare un ragionamento che possa comprendere produzioni “di serie”. Nel mondo domestico invece le situazione si ripetono “n” volte ed eventuali componenti potrebbero essere prodotti su larga scala con un contenimento dei costi. L'applicazione domestica inoltre è alla portata della comprensione di tutti, invece quelle industriali si restringono a pochi addetti ai lavori. Facciamo quindi questo primo passo per il mondo domestico, mentre rimando ad futuri articoli le eventuali applicazioni in altri settori.

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pubblicato 3 anni fa, 627 visualizzazioni

Uno dei problemi che assilla la comunità dei sostenitori di Bitcoin, è la dimensione dei blocchi. Questa tematica ha già causato scissioni tra gli sviluppatori che hanno portato allo sviluppo di progetti alternativi somiglianti ma comunque diversi. La storia è presto detta: alcuni credono che i blocchi, dove sono memorizzate le operazioni di pagamento, debbano essere più piccoli possibili, mentre altri ritengono che la dimensione dei blocchi non deve avere dei limiti. Vediamo vantaggi e svantaggi delle proposte e perché sono favorevole ad una delle due.

Bitcoin è praticamente una banca diffusa tra i correntisti. una banca dotata di una propria moneta. Chiunque può conservare nel proprio PC l'archivio di tutte le operazioni di pagamento dal 2009 ad oggi, la blockchain, soltanto che per mantenerla aggiornata deve tenerlo acceso 24 ore su 24.

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pubblicato 3 anni fa, 500 visualizzazioni

La rete ethernet per come la conosciamo oggi, cablata con cavi in rame, esiste da circa 30 anni. Era infatti il 1990 quando è stato standardizzato il cavo di Categoria 3 ed il connettore RJ45 al fine di realizzare reti "10BaseT", cioè reti che raggiungevano un massimo di 10 Megabit per secondo, utilizzando cavi con 4 coppie "twistate". Nel 1995 siamo poi arrivati al cavo Categoria 5, che raggiungeva i 100Mb/s e nel 1999 siamo arrivati sempre su rame a 1000 Mb/s, detta anche Gigabit Ethernet, interfaccia che oggi hanno tutti i PC. Cosa c'entra tutto questo con la Internet Of things? Il nesso c'è: vediamolo assieme.

La tecnologia delle reti ethernet con il passare gli anni ha raggiunto un livello di diffusione e di affermazione sul mercato a dir poco enorme.

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pubblicato 3 anni fa, 1.027 visualizzazioni

Ricordo una volta un lavoro che svolsi dentro la Centrale Termoelettrica dell'ENEL "Andrea Palladio" in provincia di Venezia. Fu l'occasione per me non solo di vedere dall'interno un grande impianto industriale, ma anche di imparare come funziona un'azienda che "lavora" in qualità e in sicurezza, come oggi non si vedono più. E' stato nei primi anni '90, praticamente un secolo fa. Ma in tutti i sensi.

A quell'epoca mi occupavo prevalentemente della stesura di software per automazione industriale, nella fattispecie di PLC, e generalmente entravo in piccole e medie aziende manufatturiere, di confezionamento, movimentazione ed imballaggio ad esempio di prodotti cosmetici. Poi stavano iniziando anche le prime applicazioni di Building Automation, preludio alla domotica, ma comunque si trattava sempre di ambienti "luminosi", molto puliti al loro interno, con pavimenti di colore chiaro nonostante il viavai dei muletti.

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(10 pagine)


Chi sono

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Nome: Marco Dal Prà

Reputation: 34.840 6 10 12

Bio: Diplomato ITIS che si occupa prevalentemente di progettazione di impianti per la produzione di energia elettrica e di efficenza energetica. Per quanto possibile, cerco di combattere le cose inutili (che ultimamente proliferano, leggi e norme comprese !)

Web: http://www.marcodalpra.it

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