Cos'è ElectroYou | Login Iscriviti

ElectroYou - la comunità dei professionisti del mondo elettrico

21
voti

Magneti permanenti. 1

Indice

Abstract

Da una discussione del forum di Elettrotecnica, un esempio di calcolo per un circuito magnetico con magnete permanente.


Introduzione

Si affronta in questo articolo, un argomento molto spesso trascurato o considerato come marginale da molti testi e corsi di Elettrotecnica; i circuiti con magneti permanenti.

Dopo una brevissima ma indispensabile introduzione al ciclo di isteresi magnetica, verrà affrontato un esempio di calcolo numerico, relativo ad uno studio preliminare di progettazione per un motore BL.

Ciclo di isteresi

Come noto l'analisi dei circuiti magnetici, pur essendo assimilabile a quella dei circuiti elettrici in regime continuo, presenta un "serio" problema di calcolo dei parametri dovuto all'effetto memoria dei materiali magnetici. Quando si parla di materiali magnetici nel campo dell'elettrotecnica ed in particolare delle macchine elettriche, si intendono i materiali ferromagnetici [1], primo fra tutti il ferro, ma anche il nichel il cobalto ed altri [8].


Detti materiali non solo presentano una caratteristica induzione-campo magnetico non lineare, ma detta caratteristica non risulta reversibile e porta a dover considerare, nei casi più semplici, dei cicli chiusi sul piano B-H, detti "cicli di isteresi" cfr. fig.1.

fig. 1

fig. 1

Il discorso si complica se i limiti di variazione del campo non sono simmetrici; in questo caso vengono a presentarsi cicli parziali che portano a complicazioni di calcolo; se questi cicli sono di ampiezza ridotta, come quello fra P e B'r in fig.1, possono essere approssimati dalla retta mediana che risulta parallela alla retta tangente al ciclo in Br.


Un materiale ferromagnetico, sottoposto ad un campo magnetico esterno, manterrà quindi un "magnetismo residuo" Br che potrà essere portato a zero solo applicando un campo inverso di intensità pari ad Hc, percorrendo la parte del ciclo contenuta nel secondo quadrante, la "caratteristica di smagnetizzazione".

La forma della caratteristica compresa fra i due punti caratteristici Br (induzione residua) e Hc (campo coercitivo), è diversa per i diversi materiali ferromagnetici, come evidenziato in figura

fig. 2

fig. 2

Nello sviluppo dei materiali per magneti permanenti si è cercato di massimizzare Br ma soprattutto Hc in quanto parametro caratteristico della resistenza alla smagnetizzazione.

L'incremento del campo coercitivo, può essere ottenuto ostacolando la reversibilità del processo finale di magnetizzazione relativo alla zona del ginocchio-saturazione, ovvero le rotazioni delle pareti di Bloch (cfr. [0] Cap_9.doc) ; realizzabile con una suddivisione del materiale a dimensioni vicine a quelle dei domini magnetici elementari.


Riportiamo in fig. 3 (cfr. [2] Permanent Magnets in Rotating Machines par. 3.7) questa importante zona del ciclo per alcune ulteriori considerazioni.

fig. 3

fig. 3

In figura è riportata una generica curva di smagnetizzazione intermedia, che potrebbe corrispondere al Sm2Co17.

Si nota come, partendo dall'induzione residua Br, a un tratto iniziale rettilineo faccia seguito un tratto a più alta pendenza in corrispondenza al calo della magnetizzazione intrinseca M del materiale (indicata in rosso a tratteggio).

Da quanto sopra esposto in relazione alla "retta di ritorno" si comprende come, grazie alla linearità iniziale, esista un campo di smagnetizzazione tale da non produrre sensibili effetti di riduzione nell'induzione Br' rispetto a Br. Portandosi per esempio in Q, la "retta di ritorno" verrebbe quasi a sovrapporsi alla curva di smagnetizzazione.

Nell'esempio di figura è stata invece ipotizzata una forte smagnetizzazione del magnete, tale da portare il punto di lavoro in A; in questa situazione, una successiva riduzione del campo smagnetizzante, fa percorrere al punto di lavoro un ciclo parziale, approssimabile con una retta che, passante per A e parallela alla tangente alla curva di smagnetizzazione in Br, intersechi l'asse B in corrispondenza ad una induzione residua Br' inferiore alla Br nominale.


La curva |Bm Hm|, prodotto fra induzione e campo magnetico, è invece utile per minimizzare il volume del magnete in quanto, dati per un certo traferro B_{t},\,\,l_{t},\,\,S_{t},

per l'uguaglianza dei flussi potremo scrivere

B_{t}S_{t}\,=\,B_{m}S_{m}

per l'uguaglianza delle d.d.p. magnetiche

H_{t}l_{t}=\left| H_{m} \right|l_{m}

moltipplicando membro a membro otteniamo

B_{t}H_{t}\cdot V_{t}=B_{m}\left| H_{m} \right|\cdot V_{m}

dove compaiono i volumi di traferro e magnete; ne segue che, se il primo membro è assegnato (a meno di un fattore 1/2 rappresenta l'energia immagazzinata nel traferro), il minimo volume del magnete lo potremo ottenere massimizzando il prodotto B_{m}\left| H_{m} \right|.

Il punto Q di figura rappresenta proprio questa possibile condizione di lavoro. (ricordo come, quando vengano a essere presenti più caratteristiche di smagnetizzazione, la suddetta rappresentazione energetica venga sostituita da una famiglia di curve iperboliche a energia specifica costante )

Calcolo

I dati di progetto sono:


a) le caratteristiche del materiale magnetico

  • Magnete: NdFeB
  • Grado: N35H
  • Br: Nom. 1.21 Min. 1.17 T
  • Hc: Nom. 915 Min. 860 kA/m
  • Hci: 1353 kA/m
  • BHmax: Nom. 263 Min. 247 kJ/m^3
  • Tw: < 120 °C
  • Dimensioni:
  • Sezione 25x25mm
  • Lunghezza (asse di magnetizzazione) lm 10mm
  • intensità stimata per la corrente i nell'avvolgimento: 5 A


b) il disegno quotato del circuito magnetico completo di avvolgimento

fig. 4

fig. 4


c) la caratteristica B-H

fig. 5

fig. 5


Premesso che un calcolo per via numerica con Scilab, porterebbe a risultati sicuramente più precisi e rapidi, vediamo come affrontare il problema con carta, penna e tabelle.

Un inizio potrebbe essere, dette:

l_{f}=581\,mm la lunghezza della parte di circuito in Fe-Si,

l_{m}=10\,mm la lunghezza del magnete permanente ,

l_{t}=1\,mm lo spessore del traferro


indichiamo, di conseguenza, il valore dell'induzione e del campo magnetico:


B_{f}\,\,e \,\,H_{f}\,\, nel ferro,

B_{m}\,\, e \,\, H_{m}\,\, nel magnete

B_{t}\,\, e \,\, H_{t}\,\, nel traferro,

ed inoltre con N\,\, il numero di spire dell'avvolgimento e con i la corrente che lo percorre.


La relazione che in questo caso si potrà usare sarà la legge della circuitazione magnetica

\oint{{\vec{H}}}\cdot d\vec{l}_{\,\,\,}=\,I\,\,


(dove I rappresenta la corrente "libera" totale concatenata con il percorso chiuso di integrazione, nel nostro caso pari a N\,i.

Supponendo, per ora, che la corrente nell'avvolgimento sia nulla,


\oint{{\vec{H}}}\cdot d\vec{l}_{\,\,\,}=\,0\,\,


cerchiamo di determinare il punto di lavoro per il circuito.

La relazione integrale, semplificata ai tre tronchi magnetici componenti il circuito, può essere scritta come :


H_{f}\, l_{f}+H_{t}\, l_{t}+H_{m}\,l_{m}=0\qquad\qquad\qquad\qquad(1)


a questo punto ci troviamo di fronte al classico problema della determinazione del campo nel ferro, senza conoscere a priori l'induzione. Normalmente si considera la riluttanza del traferro predominante sulla riluttanza del ferro e si semplifica la precedente relazione scrivendo


H_{t}\, l_{t}+H_{m}\, l_{m}=0


in questo caso però, il rapporto fra spessore del traferro e lunghezza del ferro, dell'ordine di 1/600, è confrontabile con il rapporto fra le permeabilità relative dei due mezzi : aria/FeSi pari a 1/2400 (ricavata dalla tabella nell'intervallo 0,4 < B < 1T); l'approssimazione dell'ordine di (1/4)*100 % =25% risulterebbe troppo elevata. (detto in parole povere 1 mm di aria sarebbe equivalente a 2,5m di ferro ... e il nostro mezzo metro non e' quindi trascurabile!)


Caratteristica lamiere Fe-Si
B 0,200,300,40 0,50 0,600,700,800,901,001,101,201,30 T
H 100125 145 160 1802002503104005007001200 A/m
μr 1590 1910220025002650280025502310200017501360860--


Una seconda considerazione risulta necessaria; normalmente la sezione


S_{m}\simeq S_{f}<S_{t} a causa dell'allargamento della sezione di passaggio nell'aria,


ma in questo caso visto l'alto rapporto 25/1 fra dimensione trasversale e spessore del traferro, possiamo senz'altro ritenere


S_{m}\simeq S_{f}\simeq S_{t}.


Grazie all'andamento lineare della caratteristica di smagnetizzazione del NdFeB , possiamo rappresentarla con la seguente relazione lineare


B_{m}=f(H_{m})=B_{r}\left( 1-\frac{H_{m}}{H_{c}} \right)


mentre dalla (1)


H_{t}=-H_{m}\frac{l_{m}}{l_{t}}-H_{f}\frac{l_{f}}{l_{t}}


a questo punto avremo due relazioni


\left\{ \begin{align}
& B_{m}=B_{r}\left( 1-\frac{H_{m}}{H_{c}} \right) \\ 
& B_{t}=\mu _{0}\left( -H_{m}\frac{l_{m}}{l_{t}}-H_{f}\frac{l_{f}}{l_{t}} \right) \\ 
\end{align} \right.


dalle quali ricordando che


B_{t}\simeq B_{m}


avremo


B_{r}\left( 1-\frac{H_{m}}{H_{c}} \right)=\mu _{0}\left( -H_{m}\frac{l_{m}}{l_{t}}-H_{f}\frac{l_{f}}{l_{t}} \right)


e, usando, come situazione più gravosa, i valori minimi dichiarati


B_{r}=1,07\,T \,\,,\,\,\,H_{c}=860\,kA/m\,\,\,e\,\,\,\mu _{0}=4\pi \cdot 10^{-4}\, mH/m


otteniamo, esprimendo H in kA/m


1,17\,\,\left( 1-\frac{H_{m}}{860} \right)=4\pi \cdot 10^{-4}\,\left( \,-H_{m}\frac{10}{1}-H_{f}\,\frac{581}{1} \right)


e infine


931+11,08\,H_{m}+581\,H_{f}=0


Considerando che, nel suddetto campo di variabilità per l'induzione, la permeabilità relativa si mantiene mediamente intorno a 2400 possiamo valutare il campo nel ferro grossolanamente intorno ai 160 A/m, sostituendo avremo


H_{m}=-92\,kA/m\,\,\,\,\,\,,\,\,B_{m}=1,04\,\,T


da questi valori ci accorgiamo che avevamo sottostimato il valore del campo nel ferro in quanto con 1,04T dalle Tabelle del FeSi otteniamo 440 A/m !


Aggiorniamo la relazione


931+11,08\,H_{m}+581\,H_{f}=0


e ricalcoliamo


H_{m}=-108\,kA/m\,\,\,\,\,\,,\,\,B_{m}=1,03\,\,T


un ultima iterazione, con il valore aggiornato del campo Hm ci porta ai valori che possiamo ritenere definitivi


 H_{m}= -107 \,kA/m\,\,\,\,\,\,,\,\,B_{m}= 1,02 \,T


Nella rappresentazione grafica finale, la retta r, che rappresenta solo la relazione matematica ottenuta e non la caratteristica magnetica del tratto Fe-Si + Traferro, come si potrebbe essere erroneamente portati a pensare, avrà equazione


B_{m}(H_{m})=-0,0126\,H_{m}-0,32


La figura riporta la posizione del punto di lavoro stimato P e anche il punto Q di massima energia specifica relativo al migliore sfruttamento del magnete.


fig. 6

fig. 6

Analisi FEMM e Grafica

Lasciamo ad un successivo articolo, Magneti Permanenti. 2

  • la simulazione via FEMM
  • lo studio per via Grafica

Riferimenti

8

Commenti e note

Inserisci un commento

di ,

Grazie Lelettrico :)

Rispondi

di ,

Qualcosa che serve. Sepolto da due anni lo vedo solo adesso. Bravo RenzoDF.

Rispondi

di ,

Hai ragione! ... non me lo spiego proprio ... sarà l'età ;) Grazie!

Rispondi

di ,

Oggi stavo riguardando questo articolo, visto che è un buon esempio pratico per il calcolo dei magneti permanenti e mi sono accorto... tra l'altro l'avevo già letto in passato, ma non ci ho mai fatto caso... che il magnete permanente Neodimio Ferro Boro è scritto come NeFeB, ma non dovrebbe essere NdFeB??

Rispondi

di ,

Renzo DF, solo una constatazione dei fatti.Un saluto,Orlando.

Rispondi

di ,

Grazie Orlando, troppo buono !

Rispondi

di ,

Renzo DF, da qualche tempo scorrono su questo sito tue pagine che sono un capolavoro di ricerca e per dir...la con il grande Totò: .Un saluto,Orlando.

Rispondi

di ,

Ci voleva questo argomento. I magneti permanenti sono alla base del funzionamento di molte macchine elettriche, ma, in effetti, è difficile trovare esempi applicativi di calcolo. Quel che mi piace poi, oltre alla chiarezza della trattazione classica, è che, come ormai molti articoli per ElectroYou, è un'estensione di soluzioni ad esigenze reali poste nel Forum. Grazie ancora RenzoDF.

Rispondi

Inserisci un commento

Per inserire commenti è necessario iscriversi ad ElectroYou. Se sei già iscritto, effettua il login.