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Il Tempo... non esiste!

Indice

Premessa

"L'intera vicenda fu un atto di disperazione, però una spiegazione teorica bisognava pur darla, qualsiasi ne fosse il prezzo… ero pronto a sacrificare ogni mia precedente convinzione. Sono parole pronunciate da Max Planck per spiegare la vicenda della scoperta del quanto d'azione (1900), pietra miliare che apriva nella scienza un filone completamente nuovo ed inesplorato, poi denominato "Meccanica Quantistica".

In pratica Planck era riuscito a spiegare il fenomeno, ma il fatto che tale spiegazione fosse contraria all'esperienza quotidiana ed alla fisica classica, la rendeva inaccettabile.

L'atto di disperazione di Planck fu proprio questo : dovette sacrificare ogni sua precedente convinzione, compresi alcuni capisaldi della scienza di quel tempo, per dare il via a quella che avrebbe costituito la base della scienza del XX secolo.

Max Planck

Max Planck

Vediamo uno dei problemi più classici della Meccanica Quantistica, che può essere interpretato sacrificando una precedente e fondamentale convinzione della nostra vita di tutti i giorni: l'esistenza del tempo.

Il punto morto di oggi

Prendiamo il più classico problema della Fisica Quantistica, l’esperimento della doppia fenditura, esperimento con il quale l'inglese Thomas Young nel 1801 dimostrò che la luce è un'onda.

Come si vede, nello schermo si crea una figura a bande chiare e scure, detta figura di interferenza, fenomeno che si può riscontrare solo ammettendo che la luce sia un'onda.

A tal proposito non serve addentrarsi in complesse spiegazioni matematiche, ma basta osservare la banchina di un porto nel quale le onde entrano dal mare attraverso due separate aperture.

Interferenza della luce

Interferenza della luce

La spiegazione è presto detta : le zone chiare e scure si creano a causa dell'interferenza tra le onde, che dopo aver oltrepassato le due fenditure, interferiscono una con l'altra, creando le parti chiare quando si sommano (onde in fase), e le parti scure quando si annullano (onde in opposizione di fase).

Fin qui tutto bene, ma nasce un problema quando l'esperimento viene ripetuto con particelle "massive", quali l’elettrone, che vengono "sparate" verso lo schermo attraverso le due fenditure.

Il senso comune ci spingerebbe a pensare che i colpi si debbano concentrare in due zone, corrispondenti alle due fenditure, ma invece anche con le particelle massive si viene a creare una figura di interferenza.

Per spiegare il fenomeno ci viene incontro il matematico francese De Broglie , il cui lavoro fu apprezzato anche da Albert Einstein, secondo il quale anche le particelle dotate di massa possono essere assimilate ad onde e di tali onde è possibile calcolarne le caratteristiche.

Questo ci spiega la possibilità di creare interferenza tra una particella e l'altra, ma non spiega come si crei la figura di interferenza quando le particelle vengono lanciate verso il bersaglio...UNA ALLA VOLTA !

Elettroni e doppia fenditura

Elettroni e doppia fenditura

Com'è possibile che si crei la figura a bande più o meno dense, se appunto, le particelle vengono sparate in momenti diversi e quindi non hanno l'opportunità di interferire una con l’altra ?

E allora?

Una interpretazione plausibile e per certi versi anche logica, anche se contraria al nostro "buonsenso", è che le particelle non siano soggette al tempo, o in altre parole, per le particelle il tempo non esiste.

Noi con il nostro esperimento "nel dominio del tempo" spezzettiamo un qualcosa che nella realtà avviene nello stesso istante: vederne i fotogrammi intermedi, come se fosse un film, non ha alcun senso. E' il risultato complessivo che va interpretato, cioè la figura di interferenza. Rompersi il capo per interpretare ciò che avviene negli istanti intermedi è quanto mai assurdo, come sarebbe assurdo interpretare alcuni scatti di un fotografo che riprenda una prodezza sportiva come ad esempio il salto da un trampolino : vi riuscirebbe difficile spiegare l’immagine dell'atleta fermo nel vuoto !! Cioè, la sequenza va valutata nel suo complesso, ed è inutile cercare di spiegare i singoli fotogrammi. Se osserviamo la figura di interferenza significa che l'interferenza è avvenuta e che le due fenditure sono state attraversate da onde. Qualcuno potrebbe obiettare che questa ipotesi è bizzarra, ma non è altrettanto bizzarra l'ipotesi che sostiene che ciascuna particella interferisce con sé stessa ??

E il dualismo che fine fa?

Se anche si accetta l'interpretazione della non esistenza del tempo nel "mondo" quantistico, per risolvere il rompicapo della doppia fenditura, resta ancora irrisolta la questione del dualismo onda - particella.

Ricordo infatti che proprio nell'esperimento della doppia fenditura eseguito con gli elettroni, questi lungo il percorso si comportano come onde, mentre al termine tornano ad essere particelle massive (il puntino nello schermo).

Esperimenti e fenditure

Esperimenti e fenditure

Come spiegare questo cambiamento?

Quale forza spinge la particella a trasformarsi in onda e poi a tornare particella?

E' il movimento, l'energia, la presenza di osservatori, o cos'altro?

Purtroppo per ora spiegazioni chiare non ce ne sono: probabilmente ci vorrà un ulteriore "atto di disperazione".


Buona fisica quantistica a tutti!

Marco Dal Prà

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Commenti e note

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di ,

Segnalo un video "molto soft" sul tema: http://www.youtube.com/watch?v=nKDC9g0YgYk

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di ,

La semplice spiegazione : Nella struttura ordinata del vuoto VE, vi sono degli immediati scambi di quantità di moto, visti nel reale sono delle entità reali (Fotoni). Questa struttura se eccitata vibra come un onda, questo scambio di entità-antientità viste nel immaginario-reale è similmente composta da singoli elementi in rotazione Visneti. La loro rotazione fa apparire nella componente reale (piano trasversale 90°) l' effetto ondulatorio, rispetto appunto all’asse di perturbazione dell’elettrone. Ecco spiegato l'effetto. Come dice Feynman, se gli esperimenti confermano la teoria, essa è vera. Ciao Feynman.

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di ,

La descrizione dell'interferenza fatta dal singolo elettrone e` stata data da Feynman con la teoria della particella che annusa tutti i percorsi, cosa ancora piu` "sconvolgente" per il senso comune rispetto alla esistenza o meno del tempo. Poi c'e` il fatto divertente che se metti una lampadina vicino alle fenditure per vedere dove passa l'elettrone, questo finisce di fare figure di interferenza. E` da parecchio che la fisica non si chiede piu` "i perche' ultimi" o la "spiegazione vera", si cerca solo un buon modello che permetta di lavorarci su.

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di ,

Bel argomento Marco Dal Prà e anche molto interessante. Il problema della doppia fenditura di ThomansYoung è un bel dilemma, specialmente Se si vuole far combaciare entrambi gli aspetti ipotizzati sino ad oggi (Onda-Corpuscolo). La complementarietà onda\particella indica che un in sistema minimale, cioè costituito da un solo quantone (Marc-Jean Lévy-Leblond) (Indeterminazione se onda o particella) si può comportare solamente o come particella, oppure come onda, ma mai simultaneamente. Ma tutto questo potrebbe in realtà essere molto più semplice se si abbandona questo concetto. In soldoni se interferisci nella propagazione del quanto, esso si manifesta come corpuscolo, se invece controlli la presenza del onda con un interferometro, vedi un onda. Ma in realtà è che non bisogna interporsi nella propagazione per studiarla. L’esperimento di perse indica appunto l’impossibilità di distinguere queste due concetti Contemporaneamente. Può essere invece che il quanto non è un corpuscolo, esso infatti ha origine da un eccitazione o meglio perturbazione energetica di un elettrone. Essa produce nella struttura ordinata del vuoto, degli scambi quasi immediati di quantità di moto, nel campo scalare reale, essa viene avvertita come movimento di un entità, ma in realtà essa è una quasi immediata propagazione di scambi di stati e di moto delle singole, entità strutturali del vuoto. Nella fatti specie questa struttura del vuoto vibra come un onda, e se la intercetti con un contatore, potrai vedere l’effetto corpuscolo (forza d’urto). Questa struttura del vuota, veniva molto tempo fa chiamata etere ma venne scartata frettolosamente. Questo scambio di entità-antientità nella struttura del vuoto, è vista nel insieme immaginario-reale come una rotazione dei singoli elementi Visneti (Spin complesso), questa rotazione fa apparire la sua componente reale nel piano trasversale, rispetto all’asse di perturbazione dell’elettrone. In definitiva il tempo di orientamento dei Visneti determina la velocità massima di propagazione della cosiddetta luce. Quando questa vibrazione strutturale colpisce un oggetto induce in esso una certa quantità di moto effetto fotoelettrico descritto da Einstain 1921.

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di ,

Grazie a tutti voi !

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di ,

Argomento molto interessante, complimenti per la chiarezza espositiva. grazie Enrico

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di ,

Da profano ma anche appassionato della materia (nel senso dell'argomento), posso solo gongolare per aver trovato un forum dove questi temi sono affrontati da utenti (bravo Marco) che li rendono così interessanti. Penso che tutti dovrebbero avere delle nozioni almeno basilari, di fisica, perchè la fisica fa bene alle coscienze. Mi occupo di comunicazione e penso che questo articolo sia un esempio di come la fisica andrebbe divulgata. Certo qui siamo già un passo avanti, però c'è sempre tempo per rimettersi in pari e credo che chi legga questo articolo abbia un moto di curiosità verso la fisica in genere. Questo è estremamente positivo. Avrei molte altre osservazioni ma non voglio tediare oltre. Grazie per questo articolo.

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di ,

Il mio modesto punto di vista è che molti fenomeni ancora ci sfuggono, non credo che la fisica quantistica si scosti molto dalla fisica per come noi la conosciamo ci manca il nesso, la chiave per legare il tutto. E' troppo netta la discrepanza e il variare delle leggi dalla meccanica newtoniana a quella quantistica... molto ci sfugge. Credo in una teoria che includa entrambe senza limitarne la validità e che debba giustificare molte incongruenze. Tuttavia come sosteneva Einstein è difficile avere fiducia in un modello in cui i fenomeni descritti sono difficilmente osservabili. Non potendo osservarli giustifichiamo alcuni fenomeni senza poter realmente comprendere a pieno e descrivere il tutto. Fatto stà che ogni scoperta in questo campo metterà in dubbio anzi farà traballare le nostre concezioni attuali.

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di ,

Non sono all'altezza di comprendere o spiegare, ma mi è molto piaciuto.

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