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Delibera 84, Caos Totale

E’ un disastro da non meno di 300 Milioni di euro. A tanto ammonterebbe la spesa che dovranno accollarsi le imprese italiane per adeguare le loro cabine di Media Tensione alla nuova norma emessa da Terna per evitare l’incombente disastro : l’Italia al buio.
Tutta colpa dell’incontrollato sviluppo della generazione distribuita, proliferata negli ultimi anni grazie ad incentivi molto generosi, ma senza alcuna pianificazione.
Ora ci troviamo con un numero enorme di impianti di produzione elettrica installati, soprattutto quelli dotati di convertitori statici come fotovoltaico ed eolico, ma concepiti senza alcun criterio che assicuri la sicurezza del Sistema Elettrico Nazionale.
Ecco che l’Autorità per l’Energia, per correre ai ripari, lo scorso 8 Marzo, ha emesso la Delibera 84/2012, “Interventi urgenti … per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale”, per dare subito attuazione all’Allegato A70 di Terna.
Mai nel settore dell'energia elettrica si è visto un simile disastro : ma adesso chi paga ?


Indice

Ma non potevano prendersi in anticipo ?

Inutile raccontare tante fiabe : da almeno cinque anni era chiaro il trend di sviluppo che stavano prendendo le rinnovabili e la generazione distribuita in genere.
Già dal febbraio 2007 con la pubblicazione del “secondo conto energia” - lo strumento di incentivazione per gli impianti fotovoltaici - era chiaro che la generazione distribuita avrebbe assunto numeri importanti sia per potenza che per numero di impianti. A ciò si deve aggiungere la nascita dei certificati verdi e delle tariffe onnicomprensive, che hanno dato impulso a tutte le altre fonti rinnovabili, come giustamente doveva essere fatto.
Purtroppo in tutto questo scenario gli organi competenti si sono occupati solamente della componente economica (incentivi e tariffe) mentre la parte tecnica è stata completamente tralasciata.
In questo modo gli impianti di produzione si sono diffusi rapidamente ma con dotazioni impiantistiche ispirate da norme nate in tempi remoti, e soprattutto concepite limitatamente per salvaguardare la la vita deglioperatori dell’azienda distributrice di energia elettrica.
Nonostante la cultura tecnica ormai affermata e nonostante i problemi avvenuti all’estero, come nel Novembre 2006 in Germania, siamo arrivati al 2012 senza vedere nessun documento, nemmeno in bozza, per integrare tutti gli impianti di produzione elettrica con la rete nazionale.
Eppure bastava guardare le istruzioni di qualunque inverter per rendersi conto che all’estero si erano già attrezzati con funzioni che qui in Italia nessuno si è sognato di chiedere : soglie di frequenza più larghe, erogazione di energia reattiva, diminuzione della potenza prodotta a fronte di un aumento della frequenza di rete, ecc..
Qui ci siamo concentrati sugli strumenti atti a verificare i millisecondi con cui intervengono le protezioni di interfaccia, oppure - come si legge nella Norma CEI 0-21 - a fotografare il display dell’inverter mentre fa il suo autotest (funzione che nessun altro paese europeo chiede).
Non ci fidiamo nemmeno delle certificazioni di qualità che rilasciano i costruttori di inverter e relè di protezione.
In Europa ci guardano... e ridono a crepapelle.

Deliberazione 84-2012.jpg

Deliberazione 84-2012.jpg



La conta dei danni

Oggi la Generazione Distribuita (GD) ha assunto numeri enormi.
Basta leggere le premesse della Delibera 84/2012 per trovare i numeri relativi ai soli impianti composti da generatori statici : 14.000 impianti connessi sulla rete MT, per complessivi 9000 MW, e 320.000 sulla rete BT, per complessivi 3000 MW.
Secondo il rapporto 2011 del GSE i numeri sono ancora superiori : solo di fotovoltaico ci sono 15.000 impianti connessi in Media Tensione per complessivi 8360 MW.
Alla rete di Media Tensione sono inoltre connessi la stragrande maggioranza degli impianti composti da generatori rotanti: mini-idroelettrico, biogas da discarica, biogas da reflui agricoli, cogeneratori industriali e del terziario, turbine a vapore, ecc.
Non è quindi azzardato dire che nella rete in Media Tensione possano esserci circa 20.000 impianti di produzione elettrica tra fonti convenzionali e fonti rinnovabili, indipendentemente se costituiti dageneratori rotanti o statici, (anzi potrebbero essere anche 25.000).
A tutti questi impianti bisognerà mettere le mani per permetterne il funzionamento con soglie di frequenze più ampie, il che richiede di modificare la programmazione degli inverter o delle protezioni del generatore, sostituire o installare nuovi TV, sostituire o aggiornare il Relè con funzione di “Protezione di Interfaccia”, ecc.

Deliberazione 165-2012.jpg

Deliberazione 165-2012.jpg

Secondo i dati raccolti dell’AEEG con la Delibera n. 165/2012, il costo medio di questi adeguamenti è di circa 15.000€.
Per calcolare quanti soldi ci vorranno per adeguare tutti gli impianti di produzione esistenti allacciati alla rete di Media Tensione, basta moltiplicare questi due numeri : fanno 300 Milioni di Euro.
Ma adesso chi paga ?

Ma c’è il Bonus

L’Autorità per l’Energia, per agevolare i produttori esistenti allacciati in Media Tensione ed anche per "spronarli" ad adeguare i loro impianti prima possibile, visto il rischio di Black-out che correrà l’Italia per l’estate 2012 (!!), ha previsto un meccanismo di premi con due fasce : una da 5000€ ed una da 2000€.
Secondo le premesse alle sopra citate Delibere, alla maggior parte degli utenti basta sostituire il Relè di protezione (incentivo di 2000€), mentre solo ai fotovoltaici successivi la Guida CEI 82-25 sono necessari i TV.
Tutto ciò è assai strano : c'è qualcosa che non corrisponde al reale parco di impianti installati.
Ad esempio, la data di entrata in vigore della CEI 82-25, non c’entra nulla con tutti gli impianti di generazione composti da macchine rotanti.
Il problema ha origine dal fatto che tutti gli impianti antecedenti il 2009 sono stati realizzati con la norma ENEL DK5740, e non con la norma a CEI 0-16, e quindi hanno i TV conformi alla vecchia DK.
Se si adegua il Sistema di Protezione di Interfaccia, ad oggi tali TV non si possono più usare, perché altrimenti si verrebbe a creare uno SPI ibrido : relè nuovo CEI 0-16 e TV vecchi DK5740.
La Delibera poteva accettare questo compromesso, ad esempio per un periodo transitorio di 3-5 anni, ma non è stato preso in considerazione.
Quindi i produttori ante CEI 0-16, indipendentemente dal tipo di fonte di energia, fotovoltaico o cogenerazione o altro, per adeguarsi devono buttare sia il Relè (che funziona benissimo) che i TV (che funzionano benissimo).
Dall’Europa ci guardano e ridono a crepapelle...

GSE_STAT2011.jpg

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Missione impossibile

Mettendo da parte la questione che i soldi del Bonus sono sempre soldi che vengono dalle imprese e dai cittadini italiani, c’è da chiedersi quante imprese riusciranno ad accedervi.
Non sarà infatti possibile reperire sul mercato in pochi mesi, 20.000 Relè di protezione, 60.000 Trasformatori Voltmetrici Fase-Terra, e far aggiornare altri 5.000 relè esistenti.
Sono numeri che richiederanno, con un po’ di buon senso, presumibilmente 18-24 mesi.
Non per niente nell’Allegato A70, al punto 8.1.1, Terna suggerisce delle soglie provvisorie, che ogni produttore può, con un brevissimo lavoro di settaggio, caricare nella propria protezione di interfaccia con oneri minimali.
Tale suggerimento invece non è stato recepito e si è preferita la strada impervia della richiesta di sostituzione delle Protezioni di Interfaccia in Media Tensione di tutta Italia… nell’arco di pochissimi mesi !
Tra l'altro alla scadenza del primo scaglione del Bonus corrisponde anche la scadenza del 1o Semestre 2012 delle tariffe incentivanti del Fotovoltaico, data che si conosceva benissimo. Risultato : produttori di componenti subissati di migliaia di telefonate al giorno, e problema tutt’altro che risolto a causa dell’irreperibilità dei componenti. Tempo, delibere e sforzi sprecati.
Mai visto nel settore elettrico un caos simile : ma adesso come usciamo da questo delirio ?


Materiale a magazzino

La Delibera 84, oltre agli obblighi di adeguamento per gli impianti esistenti, ha imposto improvvisamente la messa a regime dell’Allegato A70 (e della Norma CEI 0-21) anche per tutti gli impianti in fase di installazione, ma senza rispettare le consuete tempistiche che consentono la commercializzazione dei prodotti esistenti per i successivi mesi (ad esempio 18 mesi), tempistiche contenute solitamente in tutte le nuove Direttive Europee, per dare tempo all'esaurimento dei prodotti a magazzino e di modificare le catene produttive.
Ora più di qualcuno si troverà in casa dei prodotti nuovi, ma che dopo il 30 giugno 2012 non sono più accettati dalla norma : materiale nuovo… da buttare via !
Qualche produttore inizierà a pensare ad un ricorso contro la Delibera 84 : proviamo ad immaginare cosa potrebbe succedere se tale delibera venisse annullata dal TAR.
Dall'europa ci guardano e non sanno se ridere o piangere....

Ma gli installatori dove sono ?

Un altro elemento che sorprende leggendo la Delibera, è che i principali artefici degli adeguamenti sembrano essere i costruttori degli inverter.
Se i redattori della Delibera avessero avuto un po’ di senso pratico, se girassero nei cantieri, saprebbero che invece non è così : la configurazione degli inverter o dei relè di protezione dei generatori è in capo agli installatori.
Esigere una “Dichiarazione Sostitutiva dell’Atto di Notorietà” all’Amministratore Delegato di una società tedesca o finlandese non ha nessun senso, visto che l’impostazione delle soglie di frequenza di un qualunque dispositivo, sia esso un inverter sia un Relè, è in capo all’installatore.
Idem per le macchine rotanti: i settaggi sono in mano al manutentore.
Basta inoltre consultare le caratteristiche tecniche di qualunque inverter, liberamente scaricabili da internet, per rendersi conto che gli inverter hanno già disponibilità delle soglie allargate.
Non serve nessuna dichiarazione sostitutiva : negli altri paesi europei si usano già soglie di frequenza molto più larghe delle nostre.
Tutta carta creata per nulla e figuraccia di fronte ai costruttori mondiali di inverter.
Era proprio inevitabile ?

Qualche attenuante ?

Tutti questi impianti di generazione distribuita non sono arrivati in pochi giorni, ma nell’arco di un quinquennio; c’era quindi tutto il tempo – e tutta la cultura tecnica - per scrivere buona parte di una norma come l’Allegato A70 con debito anticipo.
Certo negli anni abbiamo anche visto il creare e disfare di vari soggetti dedicati alla rete elettrica : il GRTN, il GSE, e Terna stessa, la cessione della rete AT di ENEL Distribuzione, ed altre attività societarie che non hanno portato chiarezza al settore.
A questo si aggiunga che il governo italiano accanto agli incentivi di natura economica non ha concepito un piano energetico nazionale, ed ha cambiato il conto energia del fotovoltaico già quattro volte. Pur tuttavia, nonostante la presenza di internet, non si è visto circolare nessun tipo di documento, nemmeno in bozza, relativamente problema di gestione della frequenza della rete nazionale oberata di Generazione Distribuita.
Addirittura Terna, nella lettera del 22 febbraio 2012 con la quale chiede all’Autorità l’approvazione dell’Allegato A70, ammette candidamente che “le tempistiche necessarie alla interlocuzione e coinvolgimento dei soggetti interessati hanno comportato la connessione di ulteriori significativi quantitativi di impianti non adeguati” !!!
C’è da chiederci come mai sono state necessarie tempistiche di “interlocuzione” quando l’allegato A70 poteva essere stato preparato in bozza già nel 2007, e perfezionato nel 2010.
Infine, c’è da chiedersi come mai l’Autorità per l’Energia non abbia messo in preallarme tutte le categorie interessate già dall’estate 2011, alla luce della lettera inviata alla Commissione Europea con una segnalazione sui rischi dovuti all’eccessivo numero di impianti fotovoltaici connessi alla rete, da parte dell’ ENTSO-E, l’autorità europea di coordinamento degli operatori delle reti elettriche nazionali.

Alla fine paga Pantalone

Il problema della regolazione della rete nazionale a causa di un’eccessiva presenza di generazione non regolante, prima della delibera 84, è stata tenuta nell’assoluta “segretezza”, un comportamento tutt’altro che comprensibile e tutt’altro che costruttivo.
E' totalmente mancato un tavolo di concertazione tra AEEG, Terna, ENEL Distribuzione, costruttori, installatori e progettisti (ordini professionali), che avrebbe costituito un metodo efficace per scrivere una delibera realmente "applicabile".
Gli imprenditori italiani, infatti, da esperienza personale, sono pronti a condividere le necessità del paese, ed hanno la maturità per capire quando una spesa è necessaria per il bene di tutti.
Ora invece tutto il settore si trova nel caos più totale, e soprattutto senza elementi certi per valutare se il numero di impianti adeguati all'Allegato A70 sarà sufficiente per mettere in sicurezza il Sitema Elettrico Nazionale.
Il problema era risaputo da tempo, ma chi di dovere ha rimandato o ha taciuto o ha fatto finta di niente, ed ora tante imprese dovranno sborsare fior di quattrini per adeguare i propri impianti, con interventi che potevano benissimo essere già compresi all’atto dell’installazione.
E oltre al danno si aggiunge la solita beffa : non è colpa di nessuno.

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Commenti e note

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di ,

si infatti ho parlato di esempio.. è uno dei tanti casi in cui il caso citato da Ligabue di inadeguabilità di alcune macchine è più che coerente. Altro esempio , in magazzino son rimaste alcune macchine da 6 kW da oltre un anno per un acquisto sbagliato (macchine di una nota casa tedesca) che volevamo impiegare. Appena contattato il produttore per sapere se fosse possibile installare un nuovo firmware per rispondere ai requisiti dell'art. 4 della delibera 84/2012/R/EEL abbiamo avuto la sorpresa... il FW non è modificabile e soprattutto non si può rispondere ai paragrafi inerenti l'insensibilità e regolazione di tensione (art 7.2.1 all. A70). Questa casa ha venduto parecchio negli anni passati in Italia.

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di ,

guarda che l'adeguamento A70 e l'adeguamento della BT sono 2 cose diverse, per l'adeguamento BT non è prevista la riduzione potenza al variare della frequenza

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di ,

guarda che l'adeguamento A70 e l'adeguamento della BT sono 2 cose diverse, per l'adeguamento BT non è prevista la riduzione potenza al variare della frequenza

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di ,

x Claudio34 , purtroppo non tutti gli inverter ammettono le regolazioni in frequenza o l'aggiornamento dei firmware in genere. Io per esempio ho grandissime difficoltà già adesso a farmi accettare da Enel un adeguamento all'Allegato A70 in cui ho su un impianto da 130 kW degli inverter della Sungrow Power perfettamente idonei nel 2010... e adesso? cosa dovrebbe fare il cliente che ha rispettato gli standard con correttezza nel 2010? buttarli via e acquistarne di nuovi? Se il legislatore di settore ha trattato con leggerezza la gestione della frequenza e stabilità di rete non può riversare tutti i costi ai clienti. Il compito di prevedere lo sviluppo della rete e le caratteristiche dei componenti impiegabili spetta a enti specifici... a meno che uno non si trovi in una repubblica delle banane...

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di ,

allora: se non ti pagano non glielo fai e si attaccano, vedrai che quando gli arriva la lettera enel e gse che gli sospengono l'incentivo i soldi li trovano, per gli inverter devo informarmi ma credo abbiano quasi tutte le possibilità di aprire le frequenze, le interfacce esterne basta ruotare il selettore

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di ,

Ti sembra poco regolare decine di migliaia di impianti? Senza contare che molta gente non vorrà pagare neanche il tempo speso dall'installatore per la modifica (nel migliore dei casi almeno un'ora tra andata e ritorno sull'impianto + modifica soglie); per non parlare del fatto che ci sono alcuni inverter non adeguabili (in questi casi bisognerà sostituirli completamente...). saluti

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di ,

Ligabue non è un caos, allo stato dei fatti basterà regolare inverter e interfaccia esistente

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di ,

@Ligabue : GRAZIE !!!!!!!!

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di ,

@Claudio 34 : Non vorrei confondere i termini, ma io parlavo di regolazione primaria mentre te parlavi di regolazione secondaria. Per capire questi concetti ti conviene cercare in rete "Regolazione Primaria della Frequenza".

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di ,

Avete dato un'occhiata alla nuova delibera AEEG 243/13 - http://www.autorita.energia.it/it/docs/13/243-13.htm In pratica entro un paio di anni bisognerà adeguare tutti gli inverter dai 6 kW in su...ancora più caos. saluti

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di ,

Ciao Marco, mi complimento per la tua competenza, devo però correggerti su un tuo bellissimo documento interpretativo sull'A70 che ho trovato sul web. Ho riletto bene l'A70 e mi pare di aver capito (a differenza di quanto ho letto sul tuo documento) che la riduzione della potenza al variare della frequenza riguarda solo i convertitori statici e i generatori rotanti oltre i 10MW, non tutti i generatori rotanti.

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di ,

@Claudio 34 : Tutte le centrali di produzione elettrica basate sulle macchine rotanti hanno il regolatore di potenza al variare della frequenza : si chiama... regolatore di velocità !!

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di ,

per me il problema è sulla regolazione della potenza al variare della frequenza di un generatore rotante, esistono delle centraline specifiche per fare questo?

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di ,

Ieri siamo stati a fare adeguamento su un impianto connesso alla media ovviamente con interfaccia in bassa, protezione di interfaccia CM-UFS per nulla conforme a CEI 0-16 eppure tranquillamente allacciato da due anni..????L'altro giorno relè di interfaccia in media alimentato sulle voltmetriche da tre TV fase terra , le voltmetriche prese sotto l'avvolgimento 100:rad3, di TV alimentati dalla tensione concatenata nemmeno l'ombra. Ovviamente nulla di conforme alla norma, eppure tutto tranquillamente connesso. Negli anni ho visto inoltrare a enel allegati k e J che potevano essere stati compilati da bambini dell'asilo per quello che c'era scritto , chi li aveva compilati non aveva la minima nozione di cosa era l'interfaccia e il dispositivo generale di cosa era un TV e un TA, tutto compilato cosi a casaccio con cose che non c'entravano nulla con la realtà dell'impianto e spesso nulla avevano a che fare con l'allacciamento in media tensione, spesso il risultato era a dir poco ridicolo. Eppure tutto accettato , anche le situazioni piu assurde e strampalate.

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di ,

Pazzia : senza i TV a triangolo aperto la protezione resta sempre nelle soglie allargate, mettendo davvero in pericolo gli operatori dell'ENEL (o altro distributore) !!

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di ,

In effetti la condizione degli impianti è pietosa, colpa di tutti progettisti ed installatori, alla fine l'adeguamento a A70 è l'ultimo dei problemi con impianti che fanno acqua da tutte le parti (in questo periodo capita di vedere miriadi di impianti) Comunque anche l'impreparazione dei tecnici dei distributori è clamorosa scusate la polemica

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di ,

Adesso ci sono anche i funzionari enel che dicono che i TV a triangolo aperto non sono necessari (ma come vengono selezionati i funzionari?), vedendo gli scempi che vengono compiuti sugli impianti in giro per il nord italia non c'è da meravigliarsi di nulla

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di ,

Anche a Roma mi sembra che vadano di moda i tecnici di economia e di mercati......

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di ,

Forse il problema è che a capo dell'AEEG ci sono solo esperti di economia e di marketing e nessun tecnico/ingegnere......

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di ,

Concordo con Massimo; del resto le protezioni CEI 0-16 costituiscono un sistema che i produttori certificano quando realizzate in una certa configurazione. Vale per la Protezione di Interfaccia, ma lo stesso discorso è per la Protezione Generale. Configurazioni con componenti diversi da quelli provati "in laboratorio" di sicuro non sono conformi alla Norma CEI 0-16 (anche se gli assomigliano). L'Allegato A70 e la Delibera 84 non si occupano di componenti o prodotti, ma prescrivono dei requisiti per la sicurezza della rete nazionale; in questi documenti quindi non si troverà nulla a proposito di componenti. (anche se l'AEEG, con un po' di buon senso, avrebbe potuto introdurre una deroga per i TV).

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di ,

L'opinione si basa sul fatto che se devo installare una protezione di interfaccia con 59n devo utilizzare TV conformi alla CEI 0-16 allegato E Se implemento tale funzione su un sistema di protezione di interfaccia che ne è privo è logico che i TV avranno caratteristiche analoghe. Mi sembra che anche quanto ha risposto il CEI a Dal Pra rispecchi questa interpretazione, poi ognuno fà come crede

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di ,

Chiudo con l'ultimo commento questa discussione. Lei ribadisce la non correttezza del mantenimento dei TV esistenti (intendo non oltre i 10 anni). Benissimo. Ora però mi dovrebbe dire su quale base normativa/direttiva esprime la Sua opinione. Altrimenti rimane un'opinione coerente ma non giustificata nei fatti. Ringrazio per l'interessante dibattito. Saluti.

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di ,

Molti i TV esistenti ante CEI 0-16 li utilizzano quindi non saresti il primo a farlo, formalmente non è corretto, lo ribadisco. Carrescia (o chi per lui , ormai sono convinto che lui risponde raramente ai quesiti ma lo fanno i suoi collaboratori) ogni tanto ha opinioni discutibili Io ho mandato vari quesiti , due sono stati pubblicati, l'ultimo era assai articolato ed è stato pubblicato ridotto all'osso e con una risposta che non mi ha per nulla convinto (toroidi ante CEI 0-16, componenete unidirezionale e allagato TAT della vecchia DK5600 v ED.)

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di ,

Ribadisco che tutte le considerazioni fatte possono essere corrette e condivisibili. Sicuramente i TV conformi CEI 0-16 saranno superiori a quelli certificati DK5740. Ma resta un punto al quale non è stata data risposta: dov'è scritto nero su bianco che i TV esistenti ante CEI 0-16 devono essere sostituiti? Quello che è scritto conta, il resto sono solo parole. Sarò ripetitivo e pedante, ma il dubbio resta. A tal proposito il Prof. Carrescia, a domanda diretta ha risposto: i TV esistenti non vanno cambiati. Saluto.

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di ,

un relè di interfaccia conforme alla CEI 0-16 per rilevare correttamente la tensione omopolare ha bisogno di TV conformi alla CEI 0-16 poi puoi anche provare a lasciare dei TV vecchi, è anche possibile che nessuno di dica niente.....Ho visto degli allegati K o J compilati in modo surreale e talvolta sono stati accettati , probabilmente non erano stati nemmeno letti. Tutto è possibile quindi

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di ,

Tutto il Suo discorso mi può stare bene. Ma la delibera ARG/elt 33/08 chiedeva l'adeguamento dell'SPG alla CEI 0-16. Ripeto. Vorrei il riferimento preciso nel quale l'A70 o la 84/2012 richiedano l'adeguamento dei TV alla CEI 0-16. Nell'allegato A70 nei punti 5 e 8 non esiste alcun richiesta in merito. Nessuna. Nella delibera 084/2012 il paragrafo che più si avvicina è: "- affinché quanto previsto nel paragrafo 8 dell’Allegato A70 sia realizzabile, è necessaria la presenza, nelle cabine di consegna degli impianti di produzione connessi alla rete MT, dei trasformatori di tensione (TV) e la sostituzione del relè di protezione di interfaccia conforme alla Norma CEI 0-16 al fine di attivare la funzione di protezione di sblocco voltmetrico omopolare (59N);" Presenza di TV e adeguamento del relè di protezione di interfaccia alla CEI 0-16. Dove sbaglio?

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di ,

Se aggiorni il SPI, ovvero il sistema di protezione, questo deve essere conforme anche alla CEI 0-16. La CEI 0-16 nell'allegato E specifica le caratteristiche dei TV per il rilevamento della tensione omopolare. Mi sembra una serie di passaggi logici. Se tu fai un adeguamento del DG ai fini di emissione della DIDA aggiornando il SPG ,nel caso occorra il direzionale non puoi mettere dei TV fase terra a caso utilizzando TV di 20 anni fà. Questa è la stessa situazione riferita al SPI. La CEI 0-16 per il rilevamento della 59Uo ti chiede certe caratteristiche che i TV hanno a partire da ottobre 2008. Tutto mi sembra molto semplice, probabilmente ingiusto ma è cosi

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di ,

Che la "S" stia per sistema e quindi tutto il resto è assodato. La mia domanda è: dove (punto/paragrafo) nell'allegato A70 o delibera 084/2012 è riportata la richiesta di adeguamento dei TV fase-terra alla norma CEI 0-16? Io non ho trovato questa richiesta. Ovviamente parlo per impianti esistenti. La 084/2012 richiede l'adeguamento secondo i punti 5 o 8 dell'allegato A70. Nei punti 5 o 8 non ho trovato un'esplicita richiesta di adeguamento dei TV alla CEI 0-16. E' ovvio che sarebbe meglio avere tutto adeguato, ma vorrei dei dati oggettivi. Vi ringrazio e saluto.

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di ,

Nell'allegato E della norma CEI 0-16 tratta le caratteristiche del sistema SPI. Per quanto riguarda quelle dei TV con polo a terra rimanda al paragrafo D.2.3.1, in pratica quindi sono le stesse dei TV per le protezioni direzionali. I TV con tali caratteristiche sono stati prodotti da ottobre 2008 in poi. I precedenti non le soddisfavano

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di ,

In una Mail del CEI, dopo mia richiesta di chiarimenti, mi è stato comunicato che non è ammissibile un sistema "Misto" o "Ibrido", con Relè di protezione CEI 0-16 e TV non conformi a CEI 0-16. In effetti si parla di SPI e non di PI conforme CEI 0-16. E quella "S" di Sitema comprende quindi TV e tutto il resto. Marco

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di ,

Buongiorno, volevo chiedere: dove sta scritta la necessità di cambiare TV conformi alla DK5740?

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di ,

Ciò che lascia un pò sdegnati è il fatto che in bt il relè esterno sopra i 20 kW all'atto pratico è un rincalzo di quelli già integrati negli inverter installati. Che molti installatori abbiano firmato l'allegato K verificando soltanto i settaggi delle soglie e i corretti collegamenti non mi sorprende. Forse sarebbe più corretto l'istituzione di una "presunzione di conformità iniziale". Se per esempio si effettuasse una verifica di impostazioni delle tarature e dei collegamenti all'installazione e solo dopo (ogni due anni) si chiedesse l'obbligo di verifica di funzionamento con cassetta relè?? non sarebbe più sensato? Ormai tutti i relè di protezione arrivano in cantiere con il loro test report del produttore; per un produttore di relè i costi di verifica fatti in serie con un apparecchiatura (acquistata una sola volta a fronte di migliaia di relè venduti) è una spesa giustificabile e gestibile.

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di ,

Per la BT, le misure "prestazionali" delle Protezioni di Interfaccia sono obbligatorie per tutti gli impianti di produzione elettrica che appunto sono dotati di questo relè : impianti sopra i 20kW oppure composti da più di 3 "generatori". Sono comunque convinto che moltissimi professionisti ed installatori hanno firmato i documenti senza fare nessuna verifica strumentale. Sarei curioso di sapere come fanno negli altri paesi europei, cioè se costringono gli installatori all'acquisto di uno strumento da 12.000€ .

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di ,

Per gli impianti in TT non saprei, noi non ce ne occupiamo, dovrei leggere i regolamenti di esercizio relativi

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di ,

Massimo, ma sono misure obbligatorie anche in BT per impianti sopra i 20 kWp? Grazie.

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di ,

Sentendo i nostri clienti ,che ormai di tali verifiche ne hanno già avute tante da inizio aprile, si và da 800euri ai tuoi 1500 euri

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di ,

Sulla base della tua esperiernza quale può essere il costo della verifica sul campo del relè MT, condotta con cassetta prova relè? Mi hanno chiesto circa 1500 euro.

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di ,

Intendo la misura con cassetta di prova rele', adesso stanno uscendo le macchine per le prove in campo dei relè di interfaccia a un prezzo accessibile (10-15000 euri) , dal primo aprile è obbligatorio la certificazione delle tarature con la cosidetta cassetta di prova relè, per ora ci si rivoolgeva a studi che arrivavano con apparecchiature da 40/50 mila euro per fare queste prove. In altro ambito si ripete la situazione che si ha quando bisogna fare le prove di contatto e di passo (anche se non c'entra niente ,lo dico tanto per fare capire)

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di ,

Bell'articolo. Massimo, cosa intendi per "Alle spese varie bisogna aggiungere le misure per certificare le tarature dell’allegato K."? saluti

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di ,

salve a tutti, vorrei aggiungere una provocazione... ma se invece di produrre norme su norme su norme si ridasse valore alla professione tecnica, restituendo alla normativa il suo vero ruolo di indirizzamento del buon operato, e si iniziassero ad ascoltare di più i tecnici e professionisti in merito a questioni del loro settore? forse tutto ciò non succederebbe..... è assurdo come sul settore delle fonti alternative ormai si sia sviluppato un immenso "business della carta" di certificati, dichiarazioni ecc. (forse anche con lo scopo, peraltro fallito, di limitare la penetrazione dei prodotti orientali).

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di ,

L'aspetto più sorprendente della questione è che l'impatto della generazione distribuita sulla stabilità della rete era stato previsto e studiato da almeno quattro anni. Rinvio all'interessante studio "Impatto della generazione diffusa sulle reti di distribuzione" di Del Fanti ed altri del gennaio 2009 (!) in cui si conclude "...Livelli ancora maggiori di penetrazione della GD nelle reti di distribuzione potranno necessitare di interventi sui dispositivi di protezione e automazione di rete, nonché di una più efficiente gestione delle protezioni di interfaccia..". Ma se la criticità era stata già ravvisata più di tre anni fa, come mai si è aspettato di arrivare sull'orlo del black out?

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di ,

nonostante l'esigenza di interrompibilità sia tutt'altro che necessaria ai fini della gestione della rete (nelle ore di punta ormai c'è abbondanza di energia) abbiamo fatto una modifica su un impiento anche in questi giorni. Nulla di complicato, si motorizza qualche interruttore di media e lo si predispone per ricevere i comandi dal cosidetto UPDC, inoltre si installano dei convertitori di misura (con relativi TA /TV) per il monitoraggio a distanza delle potenze. Lavoro da poco alla fine, ma altamente redditizio per l'utente che ha un grande risparmio nell'acquisto dell'energia dovuto alla sua disponibilità a essere interrotto. Ovviamente come dicevo prima questa disponibilità rimane solo teorica perchè nelle ore di punta (grazie al fotovoltaico) non c'è nessuna scarsità di energia, infatti delle interruzioni programmate non c'è traccia.Rimane solo un conto da pagare di 650milioni di euro, non prendiamocela solo con il fotovoltaico. Il commento precedente era un poco amaro, ma per noi questo è periodo infernale a causa del famigerato A70, mi rendo conto che è è ingeneroso lamentarsi del troppo lavoro in questo periodo di crisi generale al di fuori di questo settore

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di ,

Purtroppo quando a inizio marzo si manifestavano i prodromi della situazione attuale ero stato facile profeta della confusione che sarebbe seguita. Le date per i rimborsi non sono per nulla realistiche , quelli che riusciranno ad adeguare entro il 30 giugno prendendo il massimo dell’incentivo saranno pochissimi. Alle spese varie bisogna aggiungere le misure per certificare le tarature dell’allegato K. Insomma un disastro…. Ma il fotovoltaico che c'entra??? Colpa del fotovoltaico se il CEI ha fatto uscire due edizioni della guida 82-25 ignorando totalmente il problema?. Purtroppo rimango sempre piu convinto che il CEI serve solo a fare danni (mi dispiace per RaffaeleGreco), le sue algide risposte invece di chiarire i problemi servono solo a ingarbugliarli ulteriormente, direi che i redattori di tali guide siano i massimi responsabili della situazione che si è venuta a creare. Ci si poteva pensare ampiamente prima. Io che non sono un grande scienziato esprimevo i miei dubbi ai costruttori di protezioni qualche anno fa, impossibile che non ci pensassero coloro che sono deputati a farlo. Certo andavano sentiti tutti i protagonisti, magari i progettisti lasciamoli stare , in questo campo quasi sempre sono gli installatori /manutentori che devono fare da consulenti ai consulenti. Comunque non è colpa del fotovoltaico in se…A proposito di incentivi e sprechi , a noi capita di fare da anni impianti di interrompibilità per acciaierie e grandi utenti in genere. Costoro percepiscono contributi per permettere di distaccare carichi non prioritari in caso di necessità del distributore nel gestire i suoi picchi. Questi grandi utenti percepiscono 650 milioni all’anno per non essere mai interrotti, infatti da quando è a regime il fotovoltaico questa esigenza non esiste piu. Le interruzioni sono del tutto teoriche , almeno quelle programmate dal distributore, se ci sono interruzioni sono generali e dovute a guasti non certo a comandi di distacco del distributore. Un bello spreco anche quello…

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Ho letto un pò velocemente ma mi sembra di aver capito che basta settare gli interruttori e inverter a una soglia di intervento meno stringente per ovviare al problema. Anche perchè sostituire gli interuttori di un intero paese è davvero impresa impossibile in così poco tempo. Mi sembra l'ennesima furbata per permettere ad alcune (poche) persone di intascare denaro e ad altre (tante) di cacciarlo magari anche inconsapevolmente.

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ho progettato impianti fotovoltaici per un pò di tempo, spiace dirlo ma qualsiasi installatore era a conoscenza da anni di questo problema ma a tutti sono interessati di più i soldi facili che non progettare e realizzare impianti già a "regola d'arte"....

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Spiace dirlo, ma questa è l'ennesima riprova di come la cosa pubblica viene gestita in Italia. Il Paese che ha dato al mondo uomini come Marconi, Pacinotti, Galileo Ferraris, Volta, tanto per fare qualche nome e stare nel campo dell'elettricità, si ritrova a fare la figura del somaro della classe.......

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