
Qualcuno sostiene che il funzionamento di un circuito si possa dire "sincrono" ogni qual volta esso è condizionato al comportamento di un segnale di clock, e in effetti alcune volte in letteratura ho visto utilizzare questo termine per indicare semplicemente che un circuito ha un ingresso di clock; secondo questa definizione, come avrai capito, un latch sincrono sarebbe a tutti gli effetti un circuito davvero sincrono.
Tuttavia, nella pratica comune quando si parla di circuiti sincroni si pensa a un funzionamento edge-sensitive, tant'è che molti testi (il primo esempio che mi viene in mente) definiscono i circuiti sincroni solo in tal senso e altri (come ad esempio quelli che ho citato qualche messaggio fa parlando con

Detto questo, permettimi una parentesi personale: come avrai notato, io parlo di "latch sincroni" usando in questo caso il termine "sincrono" per indicare che quel circuito riceve un clock... tuttavia, io non definirei mai e poi mai quel circuito come "veramente sincrono", perché di fatto il suo stato può cambiare anche quando al clock non succede più nulla: purché esso sia alto, le uscite del latch possono cambiare quando vogliono vanificando ogni speranza di reale sincronizzazione con il "mondo esterno". Quando penso a un circuito sincrono, io penso - seguendo in maniera assolutamente rigorosa la definizione da dizionario della parola "sincrono" - a un circuito che fa qualcosa nello stesso istante in cui un certo evento ha luogo, e dunque per me la traduzione naturale del concetto nell'ambito dell'elettronica è il funzionamento edge-triggered.