Trasformatore
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[1] Trasformatore
Salve ragazzi, mi è venuto un dubbio, in un trasformatore reale il campo magnetico varia se ho un carico oppure se è a vuoto? Aumenta se ho un carico e diminuisce se lo tolgo?
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discovery90
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te la butto li, sono passate decine di anni da quando lo studiai, mi verrebbe da dire che il campo magnetico cala se lo carichi, perché in questo modo il prmario sarà meno induttivo, aspirando maggiore corrente della rete al primario.
Attendimo altri che lo possano spiegare matematicamente.
saluti.
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lelerelele
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discovery90 ha scritto:Salve ragazzi, mi è venuto un dubbio, in un trasformatore reale il campo magnetico varia se ho un carico oppure se è a vuoto?
Il campo nel ferro cala di poco, come è stato detto, mentre il campo disperso aumenta col carico.
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Ok ,ma quindi se il campo cala di poco come fa a indurre nel l'altra bobina? Non dovrebbe aumentare di più per poter indurre di più?
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discovery90
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Partiamo dal presupposto che Il campo di induzione magnetica (solitamente chiamato "B") è ben "condotto" dal nucleo ferromagnetico, dunque il campo interno ad un avvolgimento non può essere diverso dal campo presente in un altro avvolgimento.
Il campo all'interno di un trasformatore è circa costante al variare del carico: quando il trasformatore è alimentato ma non ha carico, si crea un intenso campo che causa una grande induttanza. Per questo la corrente di riposo è limitata.
Quando il secondario viene "caricato", nell'avvolgimento secondario scorrerà corrente indotta, la quale produrrà un campo in verso contrario a quello del primario. Più corrente scorre nel secondario, più nel primario il campo sarà attenuato a parità di corrente, dunque l'induttanza "vista" da chi pilota il primario sarà inferiore e quindi scorrerà più corrente e il campo rimarrà al valore originale.
In altri termini l'intensità del campo B è dovuta essenzialmente da tensione e frequenza.
L'accoppiamento (trasferimento di potenza) fra i due avvolgimenti è proprio dovuto all'interazione fra i campi magnetici dei due avvolgimenti.
Aggiungo che da qui si deduce che la saturazione del nucleo può avvenire tranquillamente anche a secondario scarico. E' sufficiente far salire la corrente "a vuoto", alzando la tensione o abbassando la frequenza. In regime di saturazione, l'induttanza dell'avvolgimento diventa quasi nulla (è come se non ci fosse nucleo), e la corrente è pressoché limitata dalla sola resistenza. Un trasformatore di potenza, in saturazione si distrugge rapidamente.
La saturazione avviene spesso quando si torna a dare alimentazione ad un trasformatore con nucleo rimasto magnetizzato dopo averlo scollegato dalla tensione, se la magnetizzazione residua è "sfortunatamente" rimasta in direzione "sfavorevole". Tale transiente è comunque recuperato dopo pochi secondi (a 50 Hz) e non causa danni particolari, anche se causa un certo stress al trasformatore.
Il campo all'interno di un trasformatore è circa costante al variare del carico: quando il trasformatore è alimentato ma non ha carico, si crea un intenso campo che causa una grande induttanza. Per questo la corrente di riposo è limitata.
Quando il secondario viene "caricato", nell'avvolgimento secondario scorrerà corrente indotta, la quale produrrà un campo in verso contrario a quello del primario. Più corrente scorre nel secondario, più nel primario il campo sarà attenuato a parità di corrente, dunque l'induttanza "vista" da chi pilota il primario sarà inferiore e quindi scorrerà più corrente e il campo rimarrà al valore originale.
In altri termini l'intensità del campo B è dovuta essenzialmente da tensione e frequenza.
L'accoppiamento (trasferimento di potenza) fra i due avvolgimenti è proprio dovuto all'interazione fra i campi magnetici dei due avvolgimenti.
Aggiungo che da qui si deduce che la saturazione del nucleo può avvenire tranquillamente anche a secondario scarico. E' sufficiente far salire la corrente "a vuoto", alzando la tensione o abbassando la frequenza. In regime di saturazione, l'induttanza dell'avvolgimento diventa quasi nulla (è come se non ci fosse nucleo), e la corrente è pressoché limitata dalla sola resistenza. Un trasformatore di potenza, in saturazione si distrugge rapidamente.
La saturazione avviene spesso quando si torna a dare alimentazione ad un trasformatore con nucleo rimasto magnetizzato dopo averlo scollegato dalla tensione, se la magnetizzazione residua è "sfortunatamente" rimasta in direzione "sfavorevole". Tale transiente è comunque recuperato dopo pochi secondi (a 50 Hz) e non causa danni particolari, anche se causa un certo stress al trasformatore.
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Ecco questa non l'ho capita.davi82 ha scritto:Quando il secondario viene "caricato", nell'avvolgimento secondario scorrerà corrente indotta, la quale produrrà un campo in verso contrario a quello del primario. Più corrente scorre nel secondario, più nel primario il campo sarà attenuato a parità di corrente, dunque l'induttanza "vista" da chi pilota il primario sarà inferiore e quindi scorrerà più corrente e il campo rimarrà al valore originale.
In altri termini l'intensità del campo B è dovuta essenzialmente da tensione e frequenza.
Spero di rocordarmi bene dopo più di 30 anni, se l'induttanza è data da

Ed anche, se ho un campo in verso contrario a quello del primario, dovrei avere un campo vettorialmente minore nella somma, mah.
Sbaglio?
saluti.
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lelerelele
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Non vorrei dire una cavolata,ma se aumenta la corrente aumenta il flusso è sempre uguale, sono inversamente proporzionali l'induttanza e la corrente, almeno questo ho capito .
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discovery90
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[10] Re: Trasformatore
lelerelele ha scritto:quindi se cala l'induttanza, cala pure il flusso concatenato, ritenedo nullo il valore di flusso disperso, significa che il B=Ø/s cala.
Ed anche, se ho un campo in verso contrario a quello del primario, dovrei avere un campo vettorialmente minore nella somma, mah
Perdonami ma non ho capito cosa non ti torni.
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