Buongiorno a tutti ho questo quesito per un appartamento in condominio
Un mio cliente ha il suo appartamento al piano terra ed essendo in corrispondenza del locale contatori condominiale ha scoperto tirando su il pavimento per rifarlo che gli passano tutte le tubazioni degli altri condomini.
Lui vuole che siano spostate perché il pavimento è del suo appartamento ma gli altri condomini non sono d'accordo in quanto il condominio è nato così.
Da un punto di vista delle norme secondo voi è obbligatorio farle spostare oppure possono rimanere li?
Grazie in anticipo
Saluti
Tubazioni sotto pavimento
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sebago
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Brutta domanda: è materia più per avvocati. Ho più di un dubbio che la norma si preoccupi di questa faccenda: posto che le condutture siano realizzate a regola d'arte, non ricordo che si infili in questioni riguardanti la servitù di elettrodotto (termine un po' altisonante ma che mi pare adattabile alla situazione).
Oltretutto, anche se la norma desse una indicazione, rimane facoltativa come tutte le norme tecniche.
Oltretutto, anche se la norma desse una indicazione, rimane facoltativa come tutte le norme tecniche.
Sebastiano
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"Eo bos issettaìa, avanzade e non timedas / sas ben'ennidas siedas, rundinas, a domo mia" (P. Mossa)
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Mi accodo a @sebago.
Dando per assodato che le condutture che accolgono i cavi non rappresentano un rischio, credo ben difficile per il tuo cliente far valere la propria pretesa.
Questo a prescindere dalla profondità alla quale sono annegati i condotti e forse anche a prescindere da cosa c'è sotto all'appartamento.
Se non c'è nulla il piano è parte del perimetro dell'edificio e quindi è parte comune quindi il cliente non può pretendere in difetto del consenso degli altri(maggioranza o maggioranza qualificata che sia).
Se sotto c'è altro, il piano è comunque, se non ero, elemento portante del "piano" e quindi è, ancora, parte comune; se questa considerazione può apparire opinabile, non lo è la condizione di condivisone del piano: tra chi sta sopra e chi sta sotto.
Se sotto al piano c'è una parte comune significa che la parte inferiore è proprietà comune quindi di tutti ivi compreso il cliente che, in tale circostanza, avrebbe come controparte tutti gli altri condòmini.
Forse potrebbe essere un po' d'aiuto nel dirimere la questione, la caratterizzazione dei cavidotti ma la vedo dura; le tubazioni, a meno che ad ogni proprietà sia associata la propria(e anche in tal caso ci sarebbe da discutere), sono parte comune, quindi si ricadrebbe in modo simile nelle situazioni sopra indicate.
Struttura e contenuto sarebbero parte comune.
Dal mio punto di vista gli argomenti son questi, ma penso che altri potranno aggiungere ulteriori elementi validi alla definizione della questione.
Saluti
Dando per assodato che le condutture che accolgono i cavi non rappresentano un rischio, credo ben difficile per il tuo cliente far valere la propria pretesa.
Questo a prescindere dalla profondità alla quale sono annegati i condotti e forse anche a prescindere da cosa c'è sotto all'appartamento.
Se non c'è nulla il piano è parte del perimetro dell'edificio e quindi è parte comune quindi il cliente non può pretendere in difetto del consenso degli altri(maggioranza o maggioranza qualificata che sia).
Se sotto c'è altro, il piano è comunque, se non ero, elemento portante del "piano" e quindi è, ancora, parte comune; se questa considerazione può apparire opinabile, non lo è la condizione di condivisone del piano: tra chi sta sopra e chi sta sotto.
Se sotto al piano c'è una parte comune significa che la parte inferiore è proprietà comune quindi di tutti ivi compreso il cliente che, in tale circostanza, avrebbe come controparte tutti gli altri condòmini.
Forse potrebbe essere un po' d'aiuto nel dirimere la questione, la caratterizzazione dei cavidotti ma la vedo dura; le tubazioni, a meno che ad ogni proprietà sia associata la propria(e anche in tal caso ci sarebbe da discutere), sono parte comune, quindi si ricadrebbe in modo simile nelle situazioni sopra indicate.
Struttura e contenuto sarebbero parte comune.
Dal mio punto di vista gli argomenti son questi, ma penso che altri potranno aggiungere ulteriori elementi validi alla definizione della questione.
Saluti
W - U.H.F.
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WALTERmwp
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Sarei curioso sapere cosa farebbero i condomini in caso di guasto e sostituire i fili con tanto di corrugato otturato. Entrerebbero nella casa del cliente sfasciando tutto il pavimento o butterebbero giù tutto il piano?
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lacoontfreed
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tranne in caso di sfiga, il problema riguarderà il singolo e gli altri se ne fregherebbero come ora. Il problema sarebbe più ingestibile.
Un'altra considerazione, i tubi fanno spessore, il che significa maggior spessore e di conseguenza maggior costo, chi pagherebbe questa differenza?
PS scusate se ho trasformato la discussione in una simil-riunione condominiale
Un'altra considerazione, i tubi fanno spessore, il che significa maggior spessore e di conseguenza maggior costo, chi pagherebbe questa differenza?
PS scusate se ho trasformato la discussione in una simil-riunione condominiale
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lacoontfreed
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Mastico poco il giuristichese, ma in base alla sentenza citata sembrerebbe possibile, a patto che in fase di compravendita sia specificato.
Correggetemi se ho male interpretato.
Anche perché, a buon senso, non è una cosa che si può impedire.. Se i tubi non hanno alternative di percorso c'è poco da fare...
Se quella in carico all'appartamento è una servitù, in caso di guasto ripristinano l'opera e si fanno carico delle spese di ripristino dell' appartamento. Direi io.
Correggetemi se ho male interpretato.
https://www.studiolegalefagotto.it/l/tubature-d-acqua-condominiale-sotto-il-pavimento-di-un-appartamento-altrui-quale-disciplina-e-applicabile/
Anche perché, a buon senso, non è una cosa che si può impedire.. Se i tubi non hanno alternative di percorso c'è poco da fare...
Se quella in carico all'appartamento è una servitù, in caso di guasto ripristinano l'opera e si fanno carico delle spese di ripristino dell' appartamento. Direi io.
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@lacoontfreed, il solaio non è solo del cliente.
Se un giorno si dovesse presentare un problema. come ha scritto @goofy, verrebbe valutato lo stato dell'arte.
Se non esiste necessità per portare gli altri a sostenere una spesa, della quale mi pare di comprendere ora non se ne vedrebbe il motivo, lo spostamento dei cavidotti(o quel che sono) non viene approvato.
E, per quel che "qui" si sa, sino ad ora pare che vi abbiano abitato senza problemi.
Saluti
Se un giorno si dovesse presentare un problema. come ha scritto @goofy, verrebbe valutato lo stato dell'arte.
Se non esiste necessità per portare gli altri a sostenere una spesa, della quale mi pare di comprendere ora non se ne vedrebbe il motivo, lo spostamento dei cavidotti(o quel che sono) non viene approvato.
E, per quel che "qui" si sa, sino ad ora pare che vi abbiano abitato senza problemi.
Saluti
W - U.H.F.
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WALTERmwp
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Riporto esperienza personale: i vecchi proprietari avevano portato la luce al solaio tramite un doppino distanziato (anni 60 o forse molto prima) murato alla carlona e passando dal vicino. Quando il vicino ha ristrutturato la casa, i muratori hanno tranciato il cavo con tanto di scossa (per fortuna senza conseguenze) e cosi mi sono trovato di portare la luce dalla cantina al solaio che sono cinque piani. Tutto questo per non fare una traccia nell'appartamento del vicino
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lacoontfreed
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Ricordo di un articolo di TNE che spiegava un caso simile, ovvero il transito di un punto luce dal piano di sotto, al pavimento del piano di sopra, per raggiungere il centro stanza.
Molto sinteticamente definiva quale era il limite di proprietà, tra la proprietà del singolo e la proprietà comune.
La struttura del solaio e il livello dei "travetti" è da considerare proprietà comune, quini se passa a quella quota li, in teoria va tutto bene.
Il massetto è già da considerarsi proprietà dell'appartamento, perché da li il singolo proprietario ci può passare per i suoi impianti.
Se così fosse rientri nelle casistiche della tutela della proprietà, prima con un atteggiamento bonario, poi per le vie di rito.
Tutto questo se non è stata costituita una servitù, e se questa non si sia automaticamente costituita nel tempo (come l'usucapione).
Se lo trovo ti scrivo gli estremi.
Molto sinteticamente definiva quale era il limite di proprietà, tra la proprietà del singolo e la proprietà comune.
La struttura del solaio e il livello dei "travetti" è da considerare proprietà comune, quini se passa a quella quota li, in teoria va tutto bene.
Il massetto è già da considerarsi proprietà dell'appartamento, perché da li il singolo proprietario ci può passare per i suoi impianti.
Se così fosse rientri nelle casistiche della tutela della proprietà, prima con un atteggiamento bonario, poi per le vie di rito.
Tutto questo se non è stata costituita una servitù, e se questa non si sia automaticamente costituita nel tempo (come l'usucapione).
Se lo trovo ti scrivo gli estremi.
Altrove. .Volutamente Anonimo
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