GioArca67 ha scritto:Concordo con l'idea diboiler.
Considera che in Italia un ingegnere (soprattutto elettronico, visto che di elettronica vera si fa poco) in una grande azienda viene assunto come mulo (anche perché ci sono troppi somari in giro).
In realtà non è esattamente quello che volevo dire

In ambiente accademico ci si specializza in un campo molto ristretto e lo si esplora in tutta la sua profondità.
Nell'industria di solito ci si occupa di qualcosa che viene inserito in un ecosistema piú vasto.
Esempio: la Acme Srl produce barriere di sicurezza ad infrarosso (quelle che bloccano la pressa se l'operaio ci mette la mano o che impediscono la chiusura delle porte del bus se c'è un ostacolo).
Alla Acme Srl serve un nuovo dipendente nel reparto di ricerca e sviluppo. Arrivano i CV di due candidati:
Candidato A
Dottorato, tesi: "An FPGA-based algorithm for sparse sensing in a photodiode-array for stray light reduction"
10 anni di esperienza come postdoc e collaboratore scientifico, diverse pubblicazioni sul tema OTDR e single photon spectroscopy.
Candidato B
Master in elettrotecnica, tesi: "A microcontroller based lock-in amplifier"
3 anni di esperienza come sviluppatore hardware, in particolare di convertitore switching DC/DC
Per hobby si è automatizzato l'acquario a casa usando un Siemens Logo, un sensore pH collegato via Modbus e un sensore di temperatura 4-20 mA.
Il candidato A è il guru assoluto dell'optoelettronica! Proprio il campo in cui è attiva la Acme Srl

Le applicazioni della Acme Srl però non hanno bisogno di una latenza sotto i 50 ns, non hanno a disposizione una FPGA e non manca certo il segnale utile!
Ed è qui che paradossalmente B si rivela essere il candidato perfetto: sa sviluppare l'alimentazione per i LED infrarossi, sa rilevare in segnale in modo robusto (lock-in) e ha una vaga idea di come funzioni un bus industriale (proprio quelli che usano anche i clienti della Acme Srl).
Torniamo però al tema di

Simona99 ha scritto:Onestamente io preferirei l'Accademia all'industria, non so se mi ci vedo come ingegnere che lavora in azienda.
Tieni conto che ci sono molti paralleli, come evidenziato anche da

Nell'Industria c'è la pressione dovuta al mercato, si corre di release in release.
In Accademia c'è la pressione dovuta al prestigio, si corre di pubblicazione in pubblicazione.
La ricerca non la si fa su temi che interessano (beh, a volte sì, allora si è fortunati), ma su temi che sono di moda e quindi per i quali è possibile piazzare una pubblicazione e la partecipazione ad una conferenza.
Nell'Industria non parliamone nemmeno, si fa quello che vende

La differenza principale forse la vedo nelle certezze e nel work-life balance. Accademia può essere logorante (esempio concreto e molto attuale di un amico che a 40 anni ha dovuto spostarsi a Oslo perché la sua alma mater ha chiuso l'istituto nel quale si era specializzato, la moglie è accademica anche lei e per motivi simili non può seguirlo a Oslo).
Non mi risulta facile scrivere queste righe, perché si basano su una certa visione di certe realtà: non conosco tutte le aziende industriali e non conosco tutti i posti accademici.
Non voglio essere il motivo per cui qualcuno prende una decisione di questa portata. Vorrei limitarmi a fornire spunti di riflessione, spero piú o meno di riuscirci

Boiler