SALDATURE SMD
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[11] Re: SALDATURE SMD
Altroche' interessarmi. Aspettero' il tuo intervento.
"La follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi".
"Parla soltanto quando sei sicuro che quello che dirai è più bello del silenzio".
Rispondere è cortesia, ma lasciare l'ultima parola ai cretini è arte.
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TardoFreak
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[12] Re: SALDATURE SMD
La stazione che uso è questa:
http://www.jbctools.com/english/advanced/modular_stations/rework_stations/am6800.php
Un dettaglio dei suoi strumenti è:
http://www.jbctools.com/KB/accessories/acceAM6800.php
Questo modello ha i suoi anni. Ora la JBC hanno stazioni più nuove.
In questo link ci sono tutte le punte:
http://www.jbctools.com/stations/modular-line/cartridges-and-tips
In particolare la punta a cucchiaino è chiamata MINI-SPOON:
Il flussante che uso è in boccette piccole col pennello, penso tipo questo:
https://www.distrelec.it/flussante-con-pennello-10-ml/fry/0860-rf-exel314-10ml/952484
anche se quelle che uso le ho comperate da un distributore di Roma di attrezzature di montaggio.
Per quanto riguarda la treccia in rame dissaldante è una cosa del genere:
http://it.rs-online.com/web/search/searchBrowseAction.html?method=getProduct&R=3319408
deve essere circa 2/3mm di larghezza da appoggiare su quei pins rimasti eventualmente attaccati.
Sopra la trecciola ci appoggio la punta di un saldatore più grosso e robusto tipo Weller.
Ultimo ingrediente lo stagno in rotolo tassativamente con diametro non più di 0.5mm.
Prima cosa si appoggia il QTFP passo 0.5mm sulle piazzole centrandolo con estrema precisione e fissando un pin estremo di un angolo alla volta, controllando bene con una lente-microscopio che i pins siano perfettamente centrati con le piazzole prima di procedere con tutti gli angoli.
In questo caso si usa la punta diritta sottilissima da 0.3mm (codice JBC 2245-030) e lo stagno 0.5mm.
Prima di continuare bisogna avere la certezza del perfetto centraggio dei pin sulle piazzole altrimenti le fasi successive possono essere compromesse!!!
Si cambia la punta e si usa quella a cucchiaino (JBC 2245-031). Dopo averla pulita nella spugna bagnata dallo stagno vecchio la si riempie circa a filo del cucchiaio o poco più con stagno.
Poi col pennello si sparge il flussante su tutta la fila dei pins di un lato esagerando quasi e stando svelti perché fa presto ad evaporare.
Partendo da un estremo si avvicina la punta col cucchiaino a testa in giù (lo stagno rimane dentro al massimo fa un po' di pancia in basso) perpendicolare al lato dei pin guardando dall'alto e con il lato basso aperto del cucchiaino parallelo alla parte dei pin che, dopo la preformatura dal chip, si appoggia alla piazzola. La punta deve rimanere sopra la parte del pin che poggia sulla piazzola e non sulla parte che andando in alto entra nel chip. La distanza dello stagno deve essere infinitesima dal pin che appoggia come a sfiorarli, ma mai toccarli con il metallo della punta. Ovviamente da quando ci si avvicina bisogna farsi coraggio a partire subito con la traslazione senza esitare. La velocità deve essere "retroazionata" con il fatto di vedere i pins che si "illuminano" seguendo la strisciata (ne più ne meno veloce). Ovviamente nella strisciata occorre mantenere la perpendicolarità dell'asse dello stilo al lato, la posizione di avvicinamento al chip e la quota di altezza della goccia nel cucchiaino dai pins (praticamente un plotter).
Prendendoci la mano viene bene al primo colpo. Eventualmente si può anche ripassare ma occorre rispargere bene il flussante. Mai deve mancare il flussante perché è questo che mette in condizioni il pin di attirare lo stagno dal cucchiaino. Altrimenti lo stagno nel cucchiano si sporca e va a fare altrettanto sui pins. Il cucchiaino tiene pochissimo stagno ma non sempre è necessario rifocillarlo per finire il lavoro. La quantità da metterci è quella che serve a sporgere quel tanto che basta per sfiorare i pins.
Alla fine si usa la trecciola, prima imbevendola di flussante e poi appoggiandola perpendicolare sui pin eventualmente attaccati, premendo con delicatezza con una punta più robusta. Appena scaldato tirare
via la trecciola sempre col saldatore che preme, come a tirare via il tappeto da sotto il tavolo senza alzarlo.
Poi si strofina bene con alcol e spazzolino con setole dure per togliere eventuali aloni.
Il tutto richiede una certa rapidità delle manovre legate al fatto che il flussante evapora e poi senza flussante abbondante è meglio lasciar perdere. Il trucco è quindi tutto nel flussante.
http://www.jbctools.com/english/advanced/modular_stations/rework_stations/am6800.php
Un dettaglio dei suoi strumenti è:
http://www.jbctools.com/KB/accessories/acceAM6800.php
Questo modello ha i suoi anni. Ora la JBC hanno stazioni più nuove.
In questo link ci sono tutte le punte:
http://www.jbctools.com/stations/modular-line/cartridges-and-tips
In particolare la punta a cucchiaino è chiamata MINI-SPOON:
Il flussante che uso è in boccette piccole col pennello, penso tipo questo:
https://www.distrelec.it/flussante-con-pennello-10-ml/fry/0860-rf-exel314-10ml/952484
anche se quelle che uso le ho comperate da un distributore di Roma di attrezzature di montaggio.
Per quanto riguarda la treccia in rame dissaldante è una cosa del genere:
http://it.rs-online.com/web/search/searchBrowseAction.html?method=getProduct&R=3319408
deve essere circa 2/3mm di larghezza da appoggiare su quei pins rimasti eventualmente attaccati.
Sopra la trecciola ci appoggio la punta di un saldatore più grosso e robusto tipo Weller.
Ultimo ingrediente lo stagno in rotolo tassativamente con diametro non più di 0.5mm.
Prima cosa si appoggia il QTFP passo 0.5mm sulle piazzole centrandolo con estrema precisione e fissando un pin estremo di un angolo alla volta, controllando bene con una lente-microscopio che i pins siano perfettamente centrati con le piazzole prima di procedere con tutti gli angoli.
In questo caso si usa la punta diritta sottilissima da 0.3mm (codice JBC 2245-030) e lo stagno 0.5mm.
Prima di continuare bisogna avere la certezza del perfetto centraggio dei pin sulle piazzole altrimenti le fasi successive possono essere compromesse!!!
Si cambia la punta e si usa quella a cucchiaino (JBC 2245-031). Dopo averla pulita nella spugna bagnata dallo stagno vecchio la si riempie circa a filo del cucchiaio o poco più con stagno.
Poi col pennello si sparge il flussante su tutta la fila dei pins di un lato esagerando quasi e stando svelti perché fa presto ad evaporare.
Partendo da un estremo si avvicina la punta col cucchiaino a testa in giù (lo stagno rimane dentro al massimo fa un po' di pancia in basso) perpendicolare al lato dei pin guardando dall'alto e con il lato basso aperto del cucchiaino parallelo alla parte dei pin che, dopo la preformatura dal chip, si appoggia alla piazzola. La punta deve rimanere sopra la parte del pin che poggia sulla piazzola e non sulla parte che andando in alto entra nel chip. La distanza dello stagno deve essere infinitesima dal pin che appoggia come a sfiorarli, ma mai toccarli con il metallo della punta. Ovviamente da quando ci si avvicina bisogna farsi coraggio a partire subito con la traslazione senza esitare. La velocità deve essere "retroazionata" con il fatto di vedere i pins che si "illuminano" seguendo la strisciata (ne più ne meno veloce). Ovviamente nella strisciata occorre mantenere la perpendicolarità dell'asse dello stilo al lato, la posizione di avvicinamento al chip e la quota di altezza della goccia nel cucchiaino dai pins (praticamente un plotter).
Prendendoci la mano viene bene al primo colpo. Eventualmente si può anche ripassare ma occorre rispargere bene il flussante. Mai deve mancare il flussante perché è questo che mette in condizioni il pin di attirare lo stagno dal cucchiaino. Altrimenti lo stagno nel cucchiano si sporca e va a fare altrettanto sui pins. Il cucchiaino tiene pochissimo stagno ma non sempre è necessario rifocillarlo per finire il lavoro. La quantità da metterci è quella che serve a sporgere quel tanto che basta per sfiorare i pins.
Alla fine si usa la trecciola, prima imbevendola di flussante e poi appoggiandola perpendicolare sui pin eventualmente attaccati, premendo con delicatezza con una punta più robusta. Appena scaldato tirare
via la trecciola sempre col saldatore che preme, come a tirare via il tappeto da sotto il tavolo senza alzarlo.
Poi si strofina bene con alcol e spazzolino con setole dure per togliere eventuali aloni.
Il tutto richiede una certa rapidità delle manovre legate al fatto che il flussante evapora e poi senza flussante abbondante è meglio lasciar perdere. Il trucco è quindi tutto nel flussante.
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[13] Re: SALDATURE SMD
Grazie per la spiegazione.
Ho fatto una prova da disgraziato su un TQFP100 che avevo cannato malamente. Ho visto che il segreto sta nel flussante. Ho riempito proprio i pin con lo stagno unendoli fra di lor proprio in modo brutto usando un saldatore con punta da pentole.
Poi ho preso un pezzo di calza di rame recuperata da un cavo d' antenna, l' ho immersa nel flussante, l' ho appoggiata sopra i pin, o meglio, sul blocco di stagno che erano i pin, ho premuto (sempre con il saldatore da pentole) ed ho tirato via la calza.
Risultato perfetto!
Ho pensato che fosse un caso e l' ho ripetuto su un altro lato facendo ancora di piu' il disgraziato, proprio un lavoro da manovale edile (con tutto il rispetto per la categoria ) lasciando un vero e proprio blocco di stagno. Calza imbevuta, appoggio sopra il lato dei pin, scaldo ... perfetto!
Ho poi preso la trielina e pulito tutto bene con un pennello a setole piuttosto dure, controllato con la lente + occhiali aggiuntivi ed era perfetto, nessun ponticello.
Il segreto sono l' abbondante flussante e l' utilizzo della calza per rimuovere eventuali ponticelli.
Funziona da Dio!
Ti devo un birra!
Ho fatto una prova da disgraziato su un TQFP100 che avevo cannato malamente. Ho visto che il segreto sta nel flussante. Ho riempito proprio i pin con lo stagno unendoli fra di lor proprio in modo brutto usando un saldatore con punta da pentole.
Poi ho preso un pezzo di calza di rame recuperata da un cavo d' antenna, l' ho immersa nel flussante, l' ho appoggiata sopra i pin, o meglio, sul blocco di stagno che erano i pin, ho premuto (sempre con il saldatore da pentole) ed ho tirato via la calza.
Risultato perfetto!
Ho pensato che fosse un caso e l' ho ripetuto su un altro lato facendo ancora di piu' il disgraziato, proprio un lavoro da manovale edile (con tutto il rispetto per la categoria ) lasciando un vero e proprio blocco di stagno. Calza imbevuta, appoggio sopra il lato dei pin, scaldo ... perfetto!
Ho poi preso la trielina e pulito tutto bene con un pennello a setole piuttosto dure, controllato con la lente + occhiali aggiuntivi ed era perfetto, nessun ponticello.
Il segreto sono l' abbondante flussante e l' utilizzo della calza per rimuovere eventuali ponticelli.
Funziona da Dio!
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TardoFreak
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[14] Re: SALDATURE SMD
TardoFreak ha scritto:Poi ho preso un pezzo di calza di rame recuperata da un cavo d' antenna,...
leggendo queste righe ho avuto un flshback dei tempi che furono, nel laboratorio di riparazioni tv, dove il maestro mi mostrava come dissaldare utilizzando la calza e la pasta dissaldante,risultati assicurati, e calza che spesso si recuperava da tratti di cavo coassiale, inutilizzabile, il cavo di allora oltre ad avere una sezione maggiore di quello attuale pur avendo un'imepedenza comunque di 75 Ohm,aveva una calza in rame (non stagnato) molto fitta ....bei tempi...
ehm ..AOX complimenti per la stazione di saldatura.
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[15] Re: SALDATURE SMD
ragazzi ho letto velocemente quello che avete scritto. Ma ora devo andare via. Più tardi al max domani mi rileggo il tutto e ci "ragiono" sopra...ciao a presto.grazie mille intanto.
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MARCODALUCCA
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[16] Re: SALDATURE SMD
rieccomi qua...mi sono riletto il tutto...e AOX sei fantastico hai fatto una descrizione piena di dettagli.grazie . A questo punto acquisterò una stazione ad aria calda dissaldante utilizzandola per le dissaldature di una marca diciamo normale per qunto riguarda il saldatore vedo se optare per una stazione saldante Jbc che purtroppo costano un casino oppure cercare ad esempio una stazione saldante weller magari più economica ma con stesse caratteristiche in termini di temperatura minima e punte in dotazione quello 0,30 e soprattutto quella a cucchiaio . Una domanda : avrei trovato una punta per un saldatore weller ad ala di gabbiano (che mi sembra di capire corrisponde al ns cucchiaro) ma si parla di saldatura lead-free quindi senza piombo: che tipo di saldatura è ? ci vuole uno stagno particolare è adatta per saldature SMD?
E poi (non mi ci mandare AOX) ti volevo chiedere una precisazione : tu scrivi "Partendo da un estremo si avvicina la punta col cucchiaino a testa in giù (lo stagno rimane dentro al massimo fa un po' di pancia in basso) perpendicolare al lato dei pin guardando dall'alto e con il lato basso aperto del cucchiaino parallelo alla parte dei pin che, dopo la preformatura dal chip, si appoggia alla piazzola" ; fino a perpendicolare al lato del pin ci arrivo mapoi dici il lato basso aperto del cucchiaiono parallelo...non capisco ? abbi pazienza mi puoi spiegare grazie?
E poi (non mi ci mandare AOX) ti volevo chiedere una precisazione : tu scrivi "Partendo da un estremo si avvicina la punta col cucchiaino a testa in giù (lo stagno rimane dentro al massimo fa un po' di pancia in basso) perpendicolare al lato dei pin guardando dall'alto e con il lato basso aperto del cucchiaino parallelo alla parte dei pin che, dopo la preformatura dal chip, si appoggia alla piazzola" ; fino a perpendicolare al lato del pin ci arrivo mapoi dici il lato basso aperto del cucchiaiono parallelo...non capisco ? abbi pazienza mi puoi spiegare grazie?
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MARCODALUCCA
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[17] Re: SALDATURE SMD
La posizione della punta deve essere perpendicolare al lato del QTFP se osserviamo il tutto dall'alto e questo mi sembra che è stato capito. Invece se guardiamo nel senso del piano del circuito stampato la parte sotto del cucchiaino (quella che contiene lo stagno fuso che vorrebbe cadere ma non ci riesce perché le forze lo trattengono) che comunque, a parte la pancia fatta dallo stagno, è piatta deve essere parallela allo stampato ma ovviamente passando sopra la parte di pin che dopo la curva del pin stesso poggia sulla piazzola.
Inoltre l'avvicinamento della punta al corpo nero del chip non deve essere tale da andare sopra la parte ricurva del pin che entra nel chip altrimenti il flussante richiama stagno in una zona dove la saldatura può solo cortocircuitare i pins.
Comunque quando ho preso anni fa la stazione la prima cosa che ho fatto è di prendere una vecchia main board rotta di un PC, sorteggiare a caso un QTFP, tirarlo via con l'aria calda, pulire dallo stagno con la treccia (sempre gronda di flussante) le piazzole e poi risarldaci lo stesso QTFP tolto. Una vera cattiveria ma che mi ha permesso di capire queste posizioni ottimali della punta.
Qualcuno la fa più sporca saldando brutalmente senza usare la punta a cucchiaino tutti i pins cercando di non esagerare comunque con lo stagno e rimanendo il più possibile nelle parti estreme del pin. Poi con la calza va a pulire il tutto. Io preferisco però partire meglio possibile con la punta a cucchiaino perché se si fa bene la strisciata è un piacere vedere i pins che si illuminano uno dopo l'altro senza attaccarsi tra loro.
Regola fondamentale il flussante perché senza lo stagno si sporca subito e fa un disastro.
Le migliori saldate sono sempre quelle che avvengono in meno minuti totali. Qui la fretta è sinonimo di risultato.
Inoltre l'avvicinamento della punta al corpo nero del chip non deve essere tale da andare sopra la parte ricurva del pin che entra nel chip altrimenti il flussante richiama stagno in una zona dove la saldatura può solo cortocircuitare i pins.
Comunque quando ho preso anni fa la stazione la prima cosa che ho fatto è di prendere una vecchia main board rotta di un PC, sorteggiare a caso un QTFP, tirarlo via con l'aria calda, pulire dallo stagno con la treccia (sempre gronda di flussante) le piazzole e poi risarldaci lo stesso QTFP tolto. Una vera cattiveria ma che mi ha permesso di capire queste posizioni ottimali della punta.
Qualcuno la fa più sporca saldando brutalmente senza usare la punta a cucchiaino tutti i pins cercando di non esagerare comunque con lo stagno e rimanendo il più possibile nelle parti estreme del pin. Poi con la calza va a pulire il tutto. Io preferisco però partire meglio possibile con la punta a cucchiaino perché se si fa bene la strisciata è un piacere vedere i pins che si illuminano uno dopo l'altro senza attaccarsi tra loro.
Regola fondamentale il flussante perché senza lo stagno si sporca subito e fa un disastro.
Le migliori saldate sono sempre quelle che avvengono in meno minuti totali. Qui la fretta è sinonimo di risultato.
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[18] Re: SALDATURE SMD
Dimenticavo la domanda del lead-free.
Già da anni la tradizionale lega di stagno-piombo è stata dichiarata fuori norma per motivi di inquinamento e salute ed è stata sostituita da una lega diversa sostituendo il piombo con altri materiali tipo argento.
Questo ha portato ad un innalzamento della temperatura necessaria alla saldatura per cui i saldatori si sono dovuti adeguare a reggere questa situazione. Per fortuna che quando ho preso la stazione eravamo al confine della cosa ed è predisposto a questo anche se buona parte delle punte le ho prese vecchio tipo con le quali faccio tutto lo stesso. Il mio è un uso da laboratorio per sviluppo e prove per cui vado con una certa libertà ma poi invece chi monta le schede di produzione deve essere rigoroso a seguire la strade del lead-free per i componenti, lo stagno e le attrezzature. Non si possono inoltre mischiare i processi col piombo e senza piombo perché tra loro si inquinano.
Altra cosa per il montaggio SMD alla quale non rieso a rinunciare sono le pinzette con le due punte saldanti.
Per togliere una resistenza basta semplicemente pizzicarla e viene via. Spesso la uso anche per saldarla dopo aver stagnato prima le piazzole con un saldatore a punta.
Già da anni la tradizionale lega di stagno-piombo è stata dichiarata fuori norma per motivi di inquinamento e salute ed è stata sostituita da una lega diversa sostituendo il piombo con altri materiali tipo argento.
Questo ha portato ad un innalzamento della temperatura necessaria alla saldatura per cui i saldatori si sono dovuti adeguare a reggere questa situazione. Per fortuna che quando ho preso la stazione eravamo al confine della cosa ed è predisposto a questo anche se buona parte delle punte le ho prese vecchio tipo con le quali faccio tutto lo stesso. Il mio è un uso da laboratorio per sviluppo e prove per cui vado con una certa libertà ma poi invece chi monta le schede di produzione deve essere rigoroso a seguire la strade del lead-free per i componenti, lo stagno e le attrezzature. Non si possono inoltre mischiare i processi col piombo e senza piombo perché tra loro si inquinano.
Altra cosa per il montaggio SMD alla quale non rieso a rinunciare sono le pinzette con le due punte saldanti.
Per togliere una resistenza basta semplicemente pizzicarla e viene via. Spesso la uso anche per saldarla dopo aver stagnato prima le piazzole con un saldatore a punta.
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[19] Re: SALDATURE SMD
Per il weller la punta a cucchiaio non c'e. Unendo pero' la nuova esperienza con la vecchia direi di essere in una botte di ferro.
Grazie ancora!
L' offerta della birra e' sempre valida.
Grazie ancora!
L' offerta della birra e' sempre valida.
"La follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi".
"Parla soltanto quando sei sicuro che quello che dirai è più bello del silenzio".
Rispondere è cortesia, ma lasciare l'ultima parola ai cretini è arte.
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[20] Re: SALDATURE SMD
Grazie per la birra ma bisognerebbe inventarne una "on-line".
Comunque per la calza, più che prenderla dal cavo antenna, conviene comperare a qualche euro quella apposita nei rocchetti perché molto più precisa e compatta. Ad ogni pulita poi con le forbici taglio l'estremità e la rimetto nel flussante (anche quello a pochi euro).
Diciamo che se uno è fortunato a non dover dissaldare un QTFP basta un saldatore a stilo piccolo per fare quasi tutto. Purtoppo, si fa per dire, io uso i micro della Silicon Lab che li fanno solo in SMD e mi sono dovuto convincere che montare un prototipo in SMD è più facile di montare un tradizionale TH.
Comunque per la calza, più che prenderla dal cavo antenna, conviene comperare a qualche euro quella apposita nei rocchetti perché molto più precisa e compatta. Ad ogni pulita poi con le forbici taglio l'estremità e la rimetto nel flussante (anche quello a pochi euro).
Diciamo che se uno è fortunato a non dover dissaldare un QTFP basta un saldatore a stilo piccolo per fare quasi tutto. Purtoppo, si fa per dire, io uso i micro della Silicon Lab che li fanno solo in SMD e mi sono dovuto convincere che montare un prototipo in SMD è più facile di montare un tradizionale TH.
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